Diario di viaggio
Mercoledì 1 novembre 2017
Ci siamo, è finalmente arrivata la tanto agognata partenza.
Pensavo che non avrei chiuso occhio dall’agitazione, invece ho dormito come un ghiro, e la sveglia puntata alle 5.30 si è rivelata una scocciatura non da poco. Era da un bel po’ che non vedevo l’alba dall’auto, e riscoprirla lungo il tragitto di oltre 360km che dividono casa dall’aeroporto Marco Polo di Venezia mi ha dato quell’energia che al risveglio mancava.
L’autostrada è quasi deserta, ed arriviamo a destinazione con larghissimo anticipo; parcheggiamo accanto al terminal, approfittando di un’offerta online grazie alla quale per 5 giorni di sosta abbiamo speso appena 17€. Il tempo sembra passare lentissimo, e noi cerchiamo di ingannarlo girellando tra i negozi dell’aeroporto, magiucchiando degli snack rigorosamente portati da casa e mandando messaggi a Pavel e Týna, ad Edimburgo già dalla sera prima.
Tutto farebbe pensare ad una bella partenza in orario, invece per delle cavolo di lucine sul velivolo che si sono chissà come fulminate, ci ritroviamo a sprecare una mezz’ora. Per fortuna la rabbia è attutito dalla vista sulla laguna dall’alto, davvero spettacolare nonostante il nucleo centrale di Venezia rimanga alle nostre spalle. Accendiamo il tablet nuovo di zecca per cercare di metterci in pari con almeno un paio di serie TV, ma ben presto le palpebre si fanno veramente troppo pesanti, e quando ci risvegliamo siamo quasi in fase d’atterraggio. Tra le nuvole fitte e cariche di pioggia, riesco a scorgere i tre Forth Bridges in tutta la loro magnificenza.
Bentornata a “casa”, Celeste!!
Passiamo velocemente i controlli grazie al passaporto elettronico, preleviamo un po’ di contante, prendiamo due tramezzini da Mark’s & Spencer e via, verso questa nuova avventura. Pavel e Týna hanno già ritirato la macchina, ma invece di un’utilitaria ci ritroviamo a bordo di un Mercedes. Fossi in Týna, sarei rosa dall’ansia, ma per lei è come se quest’anno trascorso lontano dalle strade scozzesi fosse durato un giorno, e guida con una naturalezza invidiabile. Sono le 15 e comincio a temere che il castello di Dunnottar, prima tappa del viaggio, lo vedremo in modo molto approssimativo. Detto, fatto: quando raggiungiamo Stonehaven il sole è quasi tramontato, lasciando il compito di illuminare lo spettacolo che si para davanti ai nostri occhi alla luna.
Non so bene quanto essere delusa dal fatto che dovremo “accontentarci” di questa visione surreale. Speravo, e tanto, di riuscire a percorrere il sentiero che porta all’ingresso del castello, scendere sulla spiaggia ed ammirare le rocce e quel mare che da qui sembra quasi infinito. Ma quante sono le possibilità di trovare uno spettacolo così in una serata così? E allora sù Celeste, goditelo senza pensare troppo ai se e ai ma.
Raggiungere Aberdeen da Dunnottar è un attimo. Il nostro appartamento, The Hansen Residence, si trova nel cuore della città, vicinissimo a Union Street. Il parcheggio non è incluso, ma avevamo ricevuto delle informazioni molto dettagliate su dove poter lasciare l’auto.
Viste le precedenti tribolazioni nel trovare un tavolo per cena, stavolta mi ero portata avanti col lavoro ed avevo già prenotato da Old Blackfriars, un pub con un menù molto promettente che si affaccia su Castle Street. Ed eccola, una pioggerellina leggera che prova ad intimorirci… perché ho portato l’impermeabile se poi lo lascio sempre in valigia? Una volta al sicuro nel piccolo pub, pieno di volantini che invitano a prenotare per il Natale, posso finalmente rilassarmi e godermi l’ottimo cibo. Faccio un salto nel vuoto e decido di ordinare haggis con potato pie e verdure. Il segreto nel mangiare l’haggis sta nel NON pensare a cosa si sta effettivamente mangiando; superato questo scoglio, poi va giù che è una meraviglia!
Rientriamo alla base dopo una breve passeggiata ed una bevuta al whisky bar CASC, con la pioggia che è solo uno sbiadito ricordo pre-cena e la stanchezza che si impossessa senza pietà di noi. Proviamo a stare svegli ad oltranza ma niente, stavolta proprio non ce la facciamo. Ci aspettano delle giornate impegnative, meglio salvaguardare le forze. E allora buonanotte Scozia mia, è bello essere di nuovo qui.
Giovedì 2 novembre 2017 – mattina
Organizziamo la nostra mattinata sapendo che per le 14 dovremo essere ad Aberlour, nel Moray, dove ci aspetta un tour alla distilleria locale. Dal check-out alle 10, abbiamo quindi un paio d’ore per esplorare una fettina di Aberdeen, città che mi era stata più volte segnalata come “la Scozia, quella vera; altro che Edimburgo” (cit. pfff). E allora vediamola, sta vera Scozia.
Aberdeen è senza dubbio una città autentica, senza tanti fronzoli. La sua anima si para lì, davanti ai nostri occhi, fiera e possente come gli edifici in granito che la popolano. Ho la sensazione, molto più che in altri luoghi, che qui la maggior parte della popolazione faccia dei lavori davvero tosti: il porto alla nostra destra, e gli innumerevoli cantieri edili che incontriamo dentro ed intorno la città, rafforzano quest’idea.
La parte in cui ci troviamo è la New Aberdeen, l’antico insediamento di commercianti e pescatori fondato alla foce del fiume Dee. La Old Aberdeen, che invece rappresenta il nucleo originario sul fiume Don, è troppo lontana per essere raggiunta a piedi, e a malincuore ci vediamo costretti a saltarla. Anche se poteva andare peggio: tranne la cattedrale di St. Machar e l’università, i punti di interesse si snodano quasi totalmente nei dintorni di Union Street.
Al primo impatto, rimango perplessa da quanti bellissimi edifici, chiese ormai sconsacrate, ospitino locali notturni e casinò. Non che le chiese ancora operanti abbiano meno fascino: la piccola Gilcomston South Church, nonostante le impalcature, è incantevole; la St Mary’s Cathedral, in puro stile gotico sebbene costruita nel 1859, è davvero maestosa; al contrario, la Kirk of St. Nicholas, la mia preferita, ha origini medievali ed era famosa per essere una delle più grandi di Scozia; infine, vicino a Castle Street, c’è la semi-nascosta St. Andrew’s Cathedral.
I giardini di Union Terrace, nonostante gli splendenti colori autunnali e le torri che si stagliano in lontananza, sembrano abbandonati a se stessi. All’estremità nord è presente una delle statue più imponenti della città, quella dedicata a Sir William Wallace, il personaggio più conosciuto della storia scozzese.
Il maestoso palazzo municipale è costruito interamente in granito, così come buona parte degli edifici di Aberdeen, che non a caso ha assunto il soprannome di Granite City o Silver City. Le cave locali erano infatti ricchissime di questo materiale, molto più duraturo di altri tipi di pietra; e che risplende alla luce del sole.
Sulla parte finale di Union Street, si trova Castle Street, una piazza sulla quale un tempo sorgeva il castello della città. Al centro, il Mercat Cross, ad indicare che in quel luogo si teneva il mercato cittadino autorizzato dal monarca o dai nobili locali.
Sulla via del ritorno, ci fermiamo rapidamente ad apprezzare il bellissimo murales sulla facciata dell’edificio che ospita il mercato al coperto di Aberdeen, e gli altri più piccoli disseminati su delle porticine nella piazzetta antistante.
Recuperiamo l’auto dal parcheggio coperto, facciamo un ultimo rapidissimo stop al Pittodrie Stadium per l’immancabile sciarpa della squadra locale, e poi via verso il villaggio di Aberlour: la prima delle due distillerie del nostro viaggio ci aspetta!
Dove dormire ad Aberdeen
The Hansen Residense si è rivelata una buona scelta per dormire ad Aberdeen.
Nonostante la scarsa simpatia della receptionist, ed il fatto che abbiano addebitato la somma del soggiorno sulla carta di credito senza chiederci l’autorizzazione, ci abbiano lasciati un tantino perplessi… così come il “listino prezzi” nel caso di infrazioni alle regole della casa.
L’appartamento nelle foto online sembrava molto più curato, ma in fondo non avevamo necessità particolari se non quella di passare la notte in città spendendo una cifra contenuta (107£ per 4 persone). Ho apprezzato molto il contesto in cui l’appartamento era inserito, mi ha fatto sentire molto “local”. Inoltre dista appena 50 metri da Union Street.
Il parcheggio non è incluso, ma non lontano c’è un multipiano dov’è possibile lasciare l’auto a prezzi convenienti (12£ al giorno).
Dove mangiare ad Aberdeen
Dopo una ricerca via internet sui locali di Aberdeen, abbiamo optato per un tavolo da Old Blackfriars.
Il pub è piccolo ma molto curato (tranne per la slot machine all’ingresso), con sparse lavagnette con citazioni in gaelico e vari aforismi sui muri. Avevo già spulciato il menù e mi ero decisa a provare l’haggis, che si è rivelato davvero un’ottima scelta. Conto nella media: intorno alle 17£ per un piattone unico e un cider a testa. È un locale che consiglierei ad occhi chiusi!
Per il pranzo del giovedì, visto il pochissimo tempo a disposizione, ci siamo fermati in un negozio di alimentari lungo Union Street, The Co-operative Food. Hanno un’ampia scelta di panini e tramezzini take-away che si aggirano attorno alle 3£, quelli con gamberi e salmone sono davvero ottimi.
Il castello di Dunnottar ed Aberdeen valgono una visita?
Nonostante la visita lampo, la quasi assenza di luce, il non aver potuto esplorarlo come avrei voluto, il castello di Dunnottar è una di quelle meraviglie che vanno ammirate con i propri occhi almeno una volta nella vita.
Non mi sento invece in grado di dare un giudizio definitivo su Aberdeen.
Il nostro giro è stato troppo veloce, e ha lasciato fuori troppi “pezzi”. La città vecchia su tutti, ma anche la zona del porto ed il Footdee, del quale avevo visto delle foto deliziose su Instagram. Non so se tornerò mai in questa città, ma non credo che ne sentirò mai un particolare bisogno. Le sensazioni che mi ha lasciato sono però positive, al 100%: Aberdeen mi ha mostrato un altro lato della Scozia, quello più nascosto, che non traspare attraverso le immagini mozzafiato che spopolano su internet. E anche solo per questo merita una visita.
Non sono mai stata ad Aberdeen Celeste, un pò per mancanza di tempo, un po perchè sinceramente non mi ispira. La maggior parte delle persone non ne parla benissimo, però sono sempre più convinta che dovrei darle una possibilità, prima o poi 🙂 Mi segno tutte queste cose che ci hai raccontato per un ipotetico futuro viaggio nella Città di Granito!
Beatrice, ti dico la verità: noi ci siamo fermati perchè rientrava nel percorso che dovevamo fare, altrimenti non so se avremmo fatto una deviazione apposta. Però non me ne pento, anche poche ore bastano a farsi un’idea della città, che rappresenta una sorta di altra faccia della medaglia, quella Scozia che raramente si vede. Se ti capita fermati 😉
Non ho mai visto il castello ma devo dire che nonostante la luce scarsa mi è sembrato uno spettacolo favoloso.
Aberdeen vorrei proprio vederla prima o poi, magari insieme a Glasgow che è un’altra città della Scozia che mi manca.
Casinò nelle chiese? Questa non l’avevo ancora sentita 😱
Esatto Silvia, favoloso nonostante a malapena visibile. Ti immagini che spettacolo dev’essere di giorno?
Glasgow manca anche a me, e se devo essere sincera non mi suscita particolare interesse… ma è pur sempre la seconda città di Scozia, quindi prima o poi gli tocca!
Ahahah eh si, nelle foto che ho messo ce n’è una di due chiese una accanto all’altra. Quella di sinistra era il casinò davanti al nostro appartamento… sicuramente l’interno è interessante, ma a me sembra un enorme spreco! Grazie di essere passata :*
Sto leggendo talmente tanti racconti sulla Scozia che anche io quando ci andrò potrò esclamare “è bello essere nuovamente qui” 😀 E non vedo l’ora! Quando succederà farò esplodere i social urlandolo a tutti 😉
Ah quindi la cosa delle chiese sconsacrate con cambio di destinazione d’uso è una consuetudine in terra di sua maestà! Che figata addirittura locali notturni e casinò? Non c’è più religione letteralmente 😛
Col senno di poi le lucine guaste sono state una benedizione! 😉
Buona serata Celeste!
Sai che anch’io ho notato che a volte ci sono delle destinazioni delle quali sembrano spuntare post ad ogni angolo? Io in questo periodo mi sono trovata davanti mille post su San Francisco ad esempio, speriamo sia di buon auspicio un giorno!
A me per quelle chiese un po’ dispiace eh, spesso erano più belle di quelle ancora consacrate xD
Buon fine settimana Orsa, grazie di essere passata!
Bentornata a casa Celeste!!! Volevo davvero dirtelo anche io, perché sinceramente quando penso a te, io penso alla Scozia. Sarà che è attraverso la Scozia che ci siamo conosciute (dapprima) virtualmente, leggendo i reciproci post. Sarà che la nostra conoscenza è andata avanti, pensando ad un piano per rapire Sam…ehm, ops, forse questo non dovevo scriverlo?….fatto sta che per me Celeste, fa rima con Scozia.
Quanto mi è piaciuto il tuo diario di viaggio! Anche perché ci troviamo in perfetto allineamento, per quanto concerne la visita a Dunnottar e Aberdeen. Nel senso che io ci sono si, andata di giorno, ma sono più o meno nella tua stessa situazione.
Vuoi per la pioggia incessante, vuoi per i tempi troppo stretti (viaggio organizzato), vuoi che stavo persino male, ma purtroppo quelle due soste sono rimaste incomplete. Belle, ma non definitive. Hai presente quando mangi un ottimo piatto, ma è appena un assaggio per cui ti resta la voglia di assaporarlo meglio? Ecco, così rende l’idea!
Bacioni,
Claudia B.
Claudiaaaa ma che bella cosa che mi hai detto. Sapere che mi associ automaticamente alla Scozia è un vero e proprio onore <3 e a rapire Sam ci arriveremo, tranquilla. A costo di provare ogni singolo cerchio di pietre!!
Per Aberdeen mi dispiace, la considero una di quelle città dove si passa una volta nella vita; mi piacerebbe "riassaggiarla", ma non ne sento la necessità. Dunnottar è un'altra storia... però meglio di fretta che con la pioggia, siete stati proprio sfortunati.
Un bacione e grazie ancora!
Continuando a leggerti mi rendo proprio conto che devo assolutamente andare in Scozia. Sai quelle sensazioni “a pelle”? 😍 Mi piacciono questi scenari che ricordano cavalieri d’altri tempi, gli edifici antichi che mettono quasi soggezione.. e poi la seconda foto è pazzesca!!
Una delle cose che più mi piacciono delle città scozzesi è proprio quello, la mescolanza di edifici moderni ed antichi. E quelli antichi sono davvero pazzeschi, che siano chiese dismesse trasformate in casinò, o torri, o municipi. Silvia, parti e non te ne pentirai 😀
La foto del castello in semi-notturna è meraviglioso!
Riguardo l’haggis mi dispiace ma non ce l’ho fatta ad ordinare il classico (io ne ho preso uno vegetariano), ma il mio compagno ne è rimasto entusiasta.
Tutto questo per dire che dovrò necessariamente tornare in Scozia, troppe meraviglie mi aspettano, insieme al castello di Aberdeen.
Ma grazie!! È stata pura fortuna, ne ho fatte una quantità infinita tremende.
Dentro il budello in formato classico non ce l’avrei fatta nemmeno io, non per il sapore ma per l’aspetto. In quel modo era nascosto dal purè di patate, ed ho cercato di non pensarci più di tanto!
E si, dovrai tornare in Scozia. C’è troppo da fare e vedere, pensavo di aver archiviato questa zona, ed invece…
Un bacione, grazie di essere passata!