Difficilmente quando sono in viaggio mi ritrovo ad optare per un walking tour. Chissà poi come mai, visto che ce ne sono in tutte le salse e che spesso sono persino gratuiti. Se la memoria non mi inganna, credo di averne fatti solo un paio a Budapest, e giusto perchè ce li avevamo inclusi nella city card. Questo prima di andare a Belgrado, almeno.
Per Belgrado sono voluta uscire dal vortice del fai da te a tutti i costi. Sentivo la necessità di ascoltare la sua travagliatissima storia da chi l’ha vissuta sulla propria pelle. Belgrade Walking Tours si è rivelata la scelta migliore che potessi fare, benché abbia ahimè toppato nella scelta dell’itinerario. Anche se i temi “caldi” sono stati poco più che sfiorati, le 3 ore di visita sono volate via grazie a Stefan, la nostra super guida che, oltre alle vicende storiche, ci ha raccontato moltissimi aneddoti e curiosità sia sulla capitale che sulla Serbia.
Ecco quindi una piccola raccolta dei miei preferiti, farina del sacco di Stefan e frutto delle mille letture pre-partenza.
Curiosità su Belgrado
#1 Belgrado e la sua storia, dicevamo. Travagliatissima, e non solo nel corso dell’ultimo secolo. Sapevi che la città è stata coinvolta in qualcosa come 115 guerre, e rasa al suolo in ben 44 occasioni? Il soprannome di Fenice Bianca se l’è abbondantemente meritato.
#2 Le varie dominazioni subite dalla città hanno portato il caos anche nelle sue strade, letteralmente. Il 99,9% delle vie della capitale, dalla fine del XIX secolo, ha cambiato nome fino a 9 volte. Da questo bizzarro destino se n’è salvata solo una: la centralissima Knez Mihailova.
#3 Una delle pagine di storia recente più dolorose è rappresentata dai bombardamenti da parte della NATO del 1999. NATO che decise di colpire anche obiettivi civili, tra cui la sede della radio-televisione di Stato, dove persero la vita 16 persone. Mentre si attende di rimuovere un ordigno mai esploso dall’interno dello sventrato Ministero della Difesa per procedere con la ricostruzione dell’area, all’edificio che ospitava l’emittente non verrà messa mano e continuerà ad essere il simbolo di ciò che il paese ha subito.
#4 Per fortuna, Belgrado non è nota solo per i fatti di cronaca del XX secolo. Lonely Planet l’ha eletta come capitale mondiale della vita notturna, e basta camminare per le sue strade per rendersi conto che l’onorificenza è assolutamente meritata. Tra club, pub, bar, ristoranti, discoteche e chi più ne ha più ne metta, ce n’è davvero per tutti i gusti! Famosi sono in particolare gli splavovi, delle chiatte ormeggiate sulla Sava e prese d’assalto soprattutto nella stagione estiva.
Non che il centro città sia da meno: i nostri amici ad esempio ci hanno portato in un parcheggio seminascosto attorno al quale ci sono una quindicina di pub abusivi. Durano giusto il tempo di venire scoperti e fatti chiudere dalle autorità, per venire rimpiazzati da nuovi in men che non si dica. Non affezionarti troppo ad uno di loro se capiti in zona!
#5 Il bisogno di cameratismo insito nei serbi è ben evidente anche in Trg Terazije, una delle piazze più importanti della città. All’ombra della sua fontana, o davanti alla scalinata del famoso hotel Moskva, si riuniscono ogni giorno decine di persone di tutte le età per scambiarsi figurine. Figurine! Giuro che una parte di me si sarebbe unita a loro senza pensarci due volte. Soprattutto perché durante la nostra visita c’era un enorme smercio di figurine Panini del Mondiale di Russia. Un ritorno all’infanzia inaspettato e quasi scioccante.
#6 A proposito dell’hotel Moskva, questi sono alcuni dei suoi ospiti più illustri: Einstein, Nixon, Pavarotti, Hitchcock, Sartre, Indira Gandhi, de Niro. Si parla anche di un misterioso ospite africano che, negli anni ’70, portò con sè un cammello al solo scopo di berne il latte; l’animale veniva munto ogni mattina nel parco adiacente. Riesci ad immaginare la scena? Voci di corridoio bisbigliano che si trattasse di Gheddafi.
L’hotel è molto conosciuto anche per il suo marchio di fabbrica, la torta Moskva, che ormai si trova un po’ in tutta la Serbia, ma che è stata creata nelle sue cucine. Un po’ come la kremna rezina a Bled o la sacher a Vienna.
#7 Il premio per l’edificio più incredibile di Belgrado va senza dubbio alla Chiesa di San Sava, il tempio ortodosso più grande al mondo al di fuori della Russia. A causa delle guerre mondiali, la sua costruzione dal 1935 è ripresa solo nel 1985, per poi arrestarsi ancora varie volte. Benché l’esterno sia completo, l’interno è quasi totalmente vuoto, fatta eccezione per la cupola e l’incredibile cripta. Proprio come la Sagrada Familia di Barcellona, è infatti solo grazie a donazioni private che la chiesa potrà vedere la luce. Considerando che il progetto prevede di ricoprire l’intera area di mosaici, e che la suddetta area è di ben 3500mq, la strada è ancora lunghissima. Pensate che con l’ultima grossa donazione, pari a 4 milioni di euro, è stata realizzata solo la cupola.
#8 La rotonda più folle della città di trova in Trg Slavija. È così allucinante che molti belgradesi, specialmente neopatentati, preferiscono allungare la strada per evitarla. Chissà che turba sarà presa all’autista del nostro tram, che nel bel mezzo della piazza ha deciso di piantare il mezzo e scendere, lasciandoci lì tra il confuso e l’incredulo. Ciò che più stupisce è però pensare che fino al 1880, al posto di questa enorme distesa di cemento, ci fosse del terreno paludoso con un laghetto dove gli abitanti andavano a caccia di anatre selvatiche!
#9 I serbi e lo sport, un legame indissolubile. Calcio, pallavolo, basket, pallanuoto, tennis: grandi campioni uno dietro l’altro. Il tennis in particolare ha incoronato Novak Đoković come uno degli idoli indiscussi del paese, tanto che quasi ogni persona con cui abbiamo avuto il piacere di parlare l’ha tirato in ballo. La nostra host che ci ha mostrato il blocco dove vive e dove ha il ristorante, l’addetto al museo della Stella Rossa che lo considera addirittura più bravo di qualche calciatore, cartelloni pubblicitari e negozi con il suo nome ben in evidenza.
Dopo ogni grande vittoria, che sia Đoković o un altro sportivo, c’è il riservato e meritato bagno di folla dal balcone del Palazzo Vecchio, l’antico palazzo reale, al cospetto dei tifosi in delirio.
#10 Parlando di personaggi illustri, non si può non tirare in ballo Nikola Tesla, uno dei più grandi (e sfortunati) scienziati di tutti i tempi. I serbi ne vanno logicamente molto orgogliosi, nonostante fosse nato sì da famiglia serba, ma in territorio croato. A lui è intitolato l’aeroporto, e in centro si trova anche un piccolo museo dove sono riprodotte alcune delle sue invenzioni. Tuttavia, in tutta la sua vita Tesla a Belgrado ci ha passato appena 31 ore; fu proprio per sua volontà che il museo a lui dedicato sorgesse nella capitale.
La figura di Tesla la ritroviamo anche sulla banconota da 100 rsd, che equivale a circa 85 centesimi di euro. Perché una figura così importante su un taglio così piccolo? Per Stefan la risposta è ovvia: “così siamo sicuri di averlo sempre in tasca, sempre con noi”. Se non è amore questo…
#11 La sede centrale della posta di Belgrado è aperta 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Sia mai che a qualcuno nel bel mezzo della notte venga voglia di spedire qualcosa, o si ricordi di non aver pagato una bolletta. Peccato non aver scoperto prima della domenica mattina, quando ormai eravamo troppo fuori zona, che l’unico (L’UNICO) rivenditore autorizzato di francobolli sia proprio la posta…
Curiosità sulla Serbia
#12 Lo spirito da combattenti è sempre scorso nelle vene dei serbi. Basti pensare che ben 18 degli imperatori romani nacquero dentro i confini dell’attuale paese.
#13 Belgrado avrà il primato mondiale per la vita notturna, ma la Serbia ne ha uno ancora più lusinghiero: è considerata la nazione con gli abitanti più ospitali al mondo. Attenti però a non rifiutare ciò che vi viene offerto: è un’offesa gravissima.
#14 La Serbia ha due bandiere: quella classica con lo scudo e l’aquila identifica il paese, mentre quella che ne è priva rappresenta il popolo serbo, anche al di fuori dei confini nazionali.
#15 Sono due anche gli alfabeti: il latino ed il cirillico. In teoria si affiancano, in pratica non è propriamente così nemmeno nella capitale: i nomi delle strade per legge sono scritti in entrambi i modi, ma può capitare che le indicazioni sui mezzi o addirittura nei menù siano solo in cirillico. Noi abbiamo spesso trovato l’opzione cirillico/inglese, con il serbo-latino completamente bypassato. Cerca di memorizzarne almeno qualche lettera prima della partenza!
#16 Esiste una sola parola serba usata a livello internazionale: vampiro. Già, a quanto pare il primo vampiro era serbo, e si chiamava Petar Blagojević. Di lui parlarono nel 1725 anche i giornali austro-ungarici.
#17 Ian Fleming è stato ispirato dall’agente segreto serbo Dušan Popov per la creazione del suo personaggio più famoso, James Bond.
#18 Ti sei mai chiesto perché la maggior parte dei cognomi serbi finisca in -ić? Il breve suffisso indica appartentenenza: al padre, alla madre, ad un antenato. Quindi, ad esempio, Đoković significa letteralmente “figlio di Đoko“. O Ančić “figlio di Ana“. Si stima che ben due terzi dei cognomi serbi rientrino in questa categoria.
#19 La Serbia è uno dei maggior produttori ed esportatori di lamponi al mondo. Circa il 30% dei lamponi in giro per il mondo è di origine serba. E dire che noi ne abbiamo trovati pochi e carissimi!
#20 Fino al 2011 la Serbia ha avuto anche la propria casa automobilistica: la Zastava. Il modello più diffuso e conosciuto era la Yugo, famosa per essere stata la prima auto prodotta nell’Europa orientale a venire esportata negli Stati Uniti, per di più durante la Guerra Fredda. Nei Balcani era molto diffusa, perché costava poco e non aveva praticamente bisogno di manutenzione. È ironico pensare che ciò che in patria viene visto come qualcosa di indistruttibile, eroico quasi, nel mondo occidentale è ancora oggi considerata da molti l’auto peggiore della storia.
Conoscevi qualcuna di queste curiosità? Io non guarderò più Dracula allo stesso modo dopo aver scoperto che il primo vampiro era serbo…
La risposta di Stefan alla domanda sul motivo per il quale Tesla appare su un taglio piccolo di banconota è dolcissima 🙂 nella mia ignoranza non sapevo che fosse serbo!
Comunque vedo che nell’ultimo periodo io e te abbiamo scelto di visitare due Paesi con un passato piuttosto pesante alle spalle :/
C’è proprio questa riverenza nei confronti di Tesla che fa tenerezza, ed è chiaramente più che giustificata. Eh si, il passato di Belgrado è pesantissimo. Ma mentre sulla Serbia un po’ di cosette le avevo lette, della Bulgaria e Sofia ammetto di essere totalmente ignorante 🙁
Ciao Celeste!
Ma lo sai che mi stai proprio facendo venire voglia di Belgrado? Mi hai un sacco incuriosita. 🙂
Mi fa piacere Giulia, è una città che merita tantissimo e da visitare possibilmente prima che il resto del mondo se ne accorga 😉
A parte i fatti storici di cui ho letto di recente in un libro (perché lo ammetto, avevo quasi rimosso gli avvenimenti più recenti), le altre cose sono tutte nuove per me. E non fanno altro che rendere questa città ancora più interessante ai miei occhi. Poi la cosa delle figurine è pazzesca: un passatempo magari un po’ fuori moda, ma molto più utile per socializzare!
Aspetto i prossimi racconti, sperando di riuscire a vederla presto.
Buona domenica 😘
Posso chiederti il nome del libro Silvia? Io prima della partenza ho guardato un po’ di documentari, ma devo ammettere che niente ha “battuto” i racconti e le opinioni (sempre molto bilanciate e ponderate) della nostra guida. Scene raccontate oggettivamente, ricordi d’infanzia. Lui parlava serenamente ma io ho ancora i brividi.
La cosa delle figurine sai che mi ha come illuminato il viaggio? Sarà che sono sempre stata un’appassionata, ma sembrava di essere tornati ad almeno 20 anni fa, uno spettacolo! Continuerò presto con altri racconti, credo che non finirei più di parlarne… un bacione, buona settimana!
Mammamia ricordo benissimo le dirette ai tg e gli approfondimenti sul conflitto nei Balcani. Michele Santoro all’epoca fece delle dirette dal ponte dove ogni sera si protestava contro gli attacchi della NATO. E mi ricordo purtroppo anche del fattaccio della sede televisiva 🙁 Mi piacerebbe davvero tanto vedere questa parte d’Europa la cui storia recentissima ne ha sconquassato totalmente il profilo geopolitico. Ma bando alle cose tristi, questa cosa dello scambio delle figurine è bellissimo e terrò a mente il divieto di rifiutare qualcosa! Madòòò quell’auto io l’ho vista in giro anche qui in Italia! 😀 😀 😀
Io non ricordo bene i fatti, ma a vedere quei luoghi e sentire la nostra guida che ne parlava dal suo punto di vista, ovvero dagli occhi di un bambino costretto a lasciare una casa troppo vicina alla città, ti giuro che mi si è spezzato il cuore, anche a distanza di anni. E credo sia doveroso che lascino l’edificio squartato bene in vista, dai fatti recenti in giro per il mondo (e in casa nostra) sembra proprio che non si sia imparato niente dal passato, che amarezza…
Comunque, se mai tornerò a Belgrado mi unirò agli “scambiatori di figurine”, poco ma sicuro!! L’auto invece non l’ho vista mai da noi, ma pensare che lo stabilimento abbia chiuso per produrre fiat 500 mi ha rattristato non poco.
Un abbraccio Orsa, grazie di essere passata!
Che storia travagliata, non avevo idea che Belgrado fosse stata rasa al suolo 44 volte!! Altro che fenice!
Bellissima invece l’idea dello scambio di figurine, penso che parteciperei volentieri! E poi ho deciso che quando andrò in Serbia riempiro’ la valigia di lamponi, gnam!! ❤
Un bacione Celeste
Si notano i millemila stili presenti in città (anche se di moschea ce n’è rimasta una sola), e soprattutto le abitudini degli abitanti. Gente davvero gentilissima, sempre pronta a sorriderti ed aiutarti. La prossima volta porto delel figurine da casa e socializzo un po’, magari mangiando una fetta di torta ai lamponi…. mmmmmm ripartirei subito!!
Un bacione a te!
Interessantissimo questo post, Celeste! Sono rimasta sorpresa dallo scambio di figurine, te lo devo dire… L’ho trovata una cosa troppo curiosa e carina😍 Secondo me hai fatto benissimo ad affidarti a un walking tour per conoscere meglio Belgrado… Grazie per averne parlato! Sai che mi stai facendo venire voglia di partire?
Ma Belgrado è proprio una città d’altri tempi Alessia! Le figurine sono la cosa che mi è rimasta più impressa, ma ce ne sono talmente tante. Guarda, abitando a Roma per voi potrebbe essere davvero ideale per il week-end, noi abbiamo fatto da venerdì mattina a domenica sera, il volo non è economicissimo ma lì si spende davvero davvero poco. Fatecelo un pensierino 😉
Un bacione!!
come l’è bello i’belgrado!
Ho vissuto 4 anni a Belgrado, negli anni 90. Nonostante il periodo difficilissimo (l’embargo imposto…) mi è rimasta nel cuore. Ho ancora diversi amici e parenti li e ci torno volentieri proprio per rivivere questo spirito meraviglioso di condivisione, ospitalità e festeggiamento. Anche se, purtroppo, la globalizzazione ha allungato le sue grinfie anche lì, e la sta cambiando… Ma ci sono ancora alcune cose che rimangono pure e belle. Hai nominato lo scambio delle figurine (che io sinceramente non ricordo), ma mi viene in mente un’altra scena, ci sono ancora i pensionati a Kalimegdan (parco -fortezza in centro, uno dei miei posti preferiti) che vengono a giocare gli scacchi, uno si posiziona lì, su una panchina e aspetta l’avversario sconosciuto 😄😊, aspetta che qualcuno si avvicini a giocare…
Durante i bombardamenti nel ’99 non abitava più lì, ma guardavo in TV quello che succedeva, con le lacrime negli occhi, lanciavano le bombe sui ponti, sugli ospedali e altro…e loro si organizzavano e marciavano insieme, cantando, verso i ponti e così proteggevano la loro città. Da brividi!
Ha anche i suoi lati negativi (come tutti, credo), ma lo spirito di questa città è incredibile!
Buonasera Ivana, benvenuta sul mio blog!
Posso solo immaginare come possa essere stato vivere a Belgrado negli anni ’90. Io ho conosciuto la città nel 2018 per la prima volta, da allora ci sono tornata altre due volte e la sto vedendo cambiare alla velocità della luce, la globalizzazione che menzioni nel tuo commento l’ho vista e non mi è piaciuta affatto. Il Waterfront mi provoca sentimenti che dire contrastanti è poco…
Hai ragione, avrei dovuto parlare anche dei signori che giocano a scacchi al Kalemegdan, ma da appassionata di figurine Panini mi è rimasta più impressa quella situazione; non sapevo invece delle marce per difendere i luoghi simbolo della città, non stento a crederci e provo ancora più ammirazione, grazie davvero per avermelo detto. I lati negativi sono ovunque, e in una città come Belgrado spesso purtroppo emergono molto più velocemente di quelli positivi, che sono davvero tanti. Personalmente è una delle città che amo di più ed in cui non mi stancherei mai di tornare.