Mi tocca a fare un bel mea culpa: sulla Macedonia del Nord ne sapevo proprio pochino prima di mettermi a tavolino ed iniziare a pianificare il nostro viaggio on the road. Un po’ come era successo per il mio amato Montenegro, ma in questo caso le lacune erano ancora più marcate. Certo, avevo (eccome) sentito parlare del lago di Ohrid, più che altro grazie alla famosissima e fotografatissima chiesa di San Giovanni Teologo. Ovviamente sapevo che era una delle repubbliche dell’ex Jugoslavia, però l’averla lasciata quasi inconsapevolmente per ultima la dice lunga su quanto l’avessi presa in considerazione. D’altra parte “o che ci vai a fa’, o che ci sarà da vedé”.
E invece c’è da vedé, eccome se c’è…
Per una come me che ama le “stranezze” e le curiosità, la Macedonia del Nord si è rivelata un’enorme fonte di sorprese. A partire dalla capitale Skopje, che ancora non saprei nemmeno lontanamente decifrare, insieme a delle chicche architettoniche e naturali che da sole valgono il viaggio. Senza contare le continue lotte con i vicini, che proprio non ne vogliono sapere di non sbarrargli la strada per un (pare) sempre più prossimo ingresso nell’Unione Europea a meno che non si faccia come dicano loro. Da toscana so bene cosa vuol dire portarsi dietro questioni vecchie secoli e mai risolte, questioni che probabilmente non la troveranno mai una risoluzione finché qualcuno (in questo caso proprio la Macedonia del Nord) non si deciderà ad abbassare la testa ed accettare un compromesso. Cosa che ha già fatto molteplici volte dal 1992 ad oggi in realtà.
Ho imparato tanto, sono rimasta sorpresa e a volte anche un po’ irritata. Fortunatamente però le questioni politiche sono solo una minima parte di aneddoti e curiosità che il giovane stato della Macedonia del Nord si porta dietro.

Macedonia del Nord, la piccola nazione dei record
#1 Nel nordest del paese si trova Kokino, un sito archeologico dell’età del bronzo datato circa 1800 a.C. Le incisioni e gli allineamenti nelle rocce mostrano che veniva usato per osservare solstizi, equinozi e la posizione della Luna in momenti chiave dell’anno. L’antico “strumento astronomico” è riconosciuto come uno dei più vecchi osservatori a cielo aperto del mondo.
#2 Il lago di Ohrid supera i 280 metri di profondità e ha un’età stimata di oltre un milione di anni (si dice addirittura tra 1 e 3). Questa combinazione di antichità e isolamento ha permesso lo sviluppo di numerose specie endemiche che non esistono altrove. È considerato uno dei laghi più antichi del continente e rientra tra i patrimoni UNESCO per valore naturale e culturale.
#3 Circa l’85,5% del territorio della Macedonia del Nord è composto da colline e montagne, un dato che la colloca tra i paesi più montuosi al mondo e al secondo posto in Europa dopo il Montenegro. Questa conformazione crea differenze nette nel paesaggio, nella vegetazione e nelle abitudini locali anche a distanze molto brevi.
#4 I ritrovamenti archeologici indicano che la regione è abitata fin dal Paleolitico, con tracce di presenza umana risalenti a oltre 30.000 anni fa. A partire dal Neolitico compaiono insediamenti stabili, ceramiche e primi elementi di agricoltura. Questa lunga continuità rende il territorio un archivio importante per la storia dell’Europa sudorientale.
#5 Nel canyon Matka si trovano alcune delle grotte subacquee più profonde e complesse dei Balcani, e tra le più profonde d’Europa. La più nota è Vrelo, esplorata solo in parte: le spedizioni hanno raggiunto profondità significative (circa 230 metri), ma la sua estensione reale resta ancora sconosciuta.
#6 Nel 2006 la Macedonia del Nord è diventata nota come il primo “paese senza fili” al mondo, offrendo un accesso diffuso alla banda larga wireless attraverso il progetto “Macedonia Connects” sostenuto dall’USAID e diventando così un pioniere nella connettività con copertura a livello nazionale.

Tutta una questione di fed(i)
#7 Secondo la tradizione cristiana locale, alcuni luoghi di culto della Macedonia del Nord custodiscono piccoli frammenti della Vera Croce, collegati alla scoperta attribuita a Sant’Elena nel IV secolo a Gerusalemme. Le reliquie sono segnalate in cinque sedi: il Monastero di San Giovanni Battista (Bigorski), la Chiesa dell’Assunzione a Štip, il Monastero dell’Immacolata Santa Madre di Dio nella regione di Kičevo, il Monastero di San Giorgio Vittorioso nel villaggio di Rajčica e la Chiesa di San Nicola a Skopje, nel quartiere Aerodrom.
#8 Sulla cima del monte Vodno, appena fuori Skopje, si trova un’enorme croce metallica alta 66 metri, tra le più alte al mondo. È stata inaugurata nel 2002 come simbolo della tradizione cristiana del paese e per commemorare i duemila anni dalla nascita di Cristo. È visibile da gran parte della città ed è servita da una funivia che porta fino alla vetta, da cui si gode di una bella vista sulla capitale.
#9 A Tetovo si trova la cosiddetta Moschea Colorata, un edificio del XV secolo e ricostruito nel XIX secolo, noto per le sue facciate e interni riccamente dipinti. Le decorazioni includono motivi floreali, forme geometriche e rappresentazioni architettoniche insolite per la regione. È un esempio quasi unico nei Balcani di moschea completamente affrescata all’esterno.
#10 La Macedonia del Nord presenta una densità notevole di chiese, monasteri e moschee, frutto di secoli di tradizioni religiose intrecciate. La zona di Ohrid è quella che più colpisce per varietà e concentrazione: secondo la tradizione popolare la città aveva ben 365 chiese, una per ogni giorno dell’anno. Il numero esatto varia secondo le fonti e non c’è nessuna conferma storica, ma il dato rende bene l’idea della ricchezza religiosa e culturale della città.

La Macedonia del Nord ed i “rapporti di vicinato”
#11 L’attuale Macedonia del Nord era una delle 6 repubbliche che formavano l’ex Jugoslavia. Quello che forse non sai è che è stata l’unica a dichiarare la propria indipendenza – l’8 settembre del 1991 – senza spargimenti di sangue.
#12 Il nome che la nuova piccola repubblica scelse, Macedonia appunto, non fu affatto apprezzato dalla Grecia, che da sempre rivendica la regione storica della Macedonia come propria. Così il nome ufficiale in ambito internazionale fu cambiato in FYROM (Former Yugoslav Republic Of Macedonia) ed usato fino all’accordo di Prespo del 2018, col quale si arrivò all’appellativo attuale di Macedonia del Nord.
#13 Se pensi che questa sia la sola ragione per la quale la Grecia, per decenni, si è opposta all’ingresso della Macedonia del Nord prima alla NATO e poi all’Unione Europea beh… ti sbagli di grosso. C’è la questione della bandiera, ad esempio. Dopo l’indipendenza dalla Jugoslavia, la Macedonia adottò quello che è noto come “Sole di Verghina”, una stella a 16 raggi su sfondo rosso rivendicata subito dalla Grecia come simbolo della sua storia e della sua regione. A Verghina nel 1977 fu ritrovata la tomba di Filippo II, confermandone il ruolo di prima capitale dell’antica Macedonia. La bandiera durò solo dal 1992 al 1995, quando i raggi del sole furono ridotti da 16 a 8 e prolungati fino ai bordi, trasformando il simbolo nel “nuovo sole della libertà” citato nell’inno nazionale.

14# A proposito di Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno, nell’accordo di Prespo la Grecia fece mettere per iscritto che la Macedonia del Nord avrebbe dovuto rinunciare alla rivendicazione di legami diretti con entrambi. Fatto questo accettato formalmente, anche se in realtà basta andare a Skopje e constatare quali siano le due statue più imponenti della città. Quella dedicata ad Alessandro porta il nome di un generico “guerriero a cavallo”, mentre Filippo dall’alto dei suoi quasi 30 metri d’altezza (incluso il basamento, ma comunque!!!) guarda attento dall’altra parte del ponte… il figlio.
15# Non che la Grecia sia l’unica a dare filo da torcere alla Macedonia del Nord. A est, la Bulgaria ha altrettante rivendicazioni su questioni storiche ed identitarie che hanno anch’esse prima bloccato e poi rallentato l’ingresso nell’UE. C’è la questione della minoranza bulgara e dei suoi diritti; c’è l’attribuzione di una o dell’altra “nazionalità” a delle figure che sono considerate da entrambi gli stati eroi nazionali (primi tra tutti Goce Delčev e Nikola Karev); c’è la disputa sulla lingua macedone, che per i bulgari è un semplice dialetto della propria. A questo proposito, si è parlato per la prima volta di lingua macedone nel 1945 durante l’assemblea dell’ASNOM.
16# In Macedonia del Nord c’è anche una repubblica nella repubblica. La Republika Vevčani è una micronazione simbolica proclamata dagli abitanti del villaggio di Vevčani come forma di protesta e affermazione dell’autonomia locale. Nata dalle proteste del 1987 contro la deviazione delle sorgenti del paese e formalizzata nel 1991, non è riconosciuta a livello internazionale ma vanta bandiera, stemma, passaporti simbolici per i visitatori e una valuta propria, il Ličnik, oggi parte dell’attrattiva turistica e dell’orgoglio identitario locale.

Altre curiosità sulla Macedonia del Nord che dovresti sapere
#17 Quando si pensa alla Macedonia del Nord e alle sue figure più famose, come già menzionato molteplici volte la mente vola subito ad Alessandro Magno e a Filippo II (dispute a parte). Ma forse non sapevi che Madre Teresa di Calcutta, al secolo Gonxha Agnes Bojaxhiu, nacque da una famiglia d’origine albanese proprio a Skopje e che nella capitale macedone trascorse i primi 18 anni di vita; oggi è possibile visitare una casa-memoriale a lei dedicata che sorge a poche decine di metri da dove si trovava la sua reale casa.
#18 Un paragrafo a parte se lo merita tutto Toše Proeski, soprannominato “l’Elvis dei Balcani”, uno dei cantanti più amati non solo in patria (per la quale prese anche parte all’Eurovision 2004). Con la sua voce potente e il carisma unico conquistò tutta l’area balcanica. La sua morte prematura nel 2007 lo trasformò in un’icona nazionale, e a Kruševo è oggi visitabile la sua casa museo, dedicata alla sua vita e alla sua musica. Una delle molte ragioni per cui Kruševo è una tappa fondamentale di qualsiasi itinerario in Macedonia del Nord.
19# Il nome Macedonia deriva dal termine greco antico makedονία (Makedonìa), che a sua volta deriva dalla parola makedονόϛ (makednòs), che significa “uomo alto”, un possibile riferimento descrittivo degli antichi abitanti della regione.

20# La regione di Ocrida è storicamente riconosciuta come uno dei principali centri di attività dei discepoli dei Santi Cirillo e Metodio, i missionari bizantini che crearono il primo alfabeto slavo, il glagolitico. Si ritiene che proprio a Ocrida sia stato sviluppato l’alfabeto cirillico, basato primariamente sulla maiuscola manoscritta greca (bizantina) integrata con alcune lettere glagolitiche per rappresentare i suoni slavi non presenti nel greco. Da lì, è poi diventato il sistema di scrittura che si è diffuso in gran parte del mondo slavo ortodosso. La regione del Lago di Ohrid è un sito patrimonio mondiale dell’UNESCO, riconosciuto non solo per la sua bellezza naturale ma anche per il suo immenso patrimonio culturale e storico, inclusa la sua associazione con la nascita dell’alfabeto cirillico.
21# Nel 1963 Skopje fu distrutta per l’80% da un terremoto di magnitudo 6.1 della scala Richter. L’evento fu devastante anche in termini di vite umane, visto che le vittime furono oltre 1070. A loro si aggiungono quasi 4000 feriti e tra i 150.00 e i 200.000 sfollati. Gli aiuti arrivarono, massicci, da 78 paesi di tutto il mondo. L’aspetto “misto” che la capitale macedone ha oggi, con ampie distese di cemento (che assicurarono una casa agli sfollati in tempi brevi) ma anche resti dell’epoca ottomana, lo si deve a questo. Triste pensare che ciò che ha rovinato l’identità cittadina, più di un evento naturale di tali proporzioni, sia stata la politica e quello scempio kitsch di Skopje 2014. Che per fortuna non è arrivato a toccare l’oggi Museo della Città di Skopje, ante terremoto stazione centrale dei treni, le cui lancette dell’orologio segnano ancora quelle maledette 5.17































