Siamo fortunati, noi che raggiungiamo la Repubblica Ceca in auto dall’Italia.
Non solo perché ci troviamo ad attraversare i monti svizzeri o austriaci, garanzia di fresco nelle roventi giornate d’agosto; soprattutto, un on-the-road che al 90% avrà come meta finale Praga può facilmente attraversare una delle regioni più belle del paese, almeno per la sottoscritta: la Boemia meridionale, Jihočeský kraj in ceco.
Un tour semi-completo della Boemia meridionale richiede circa una settimana e tocca laghi, fiumi, città dalla storia secolare, castelli che sembrano usciti da una fiaba, borghi così speciali da essersi meritati il patrocinio UNESCO; volendo anche montagne. Un itinerario adatto ad ogni tipo di viaggiatore, incluse le famiglie con bambini. Non dimentichiamoci che in Repubblica Ceca le destinazioni baby-friendly sono sempre più numerose, poiché i cechi amano le vacanze a casa propria, immersi nella natura, ed abituano i figli ad ogni tipo di attività sportiva già dalla tenera età.
Insomma, che siate da soli, in coppia, con amici o in famiglia, è impossibile non innamorarsi della Boemia del sud!
Lipno nad Vltavou, l’ideale per grandi e piccini
Arrivando in auto dall’Austria, pochissimi chilometri dopo aver passato il confine a Dolní Dvořiště, troverete l’incrocio che conduce ad una delle località estive in assoluto più amate dai cechi: Lipno nad Vltavou.
Il lago artificiale di Lipno altro non è che una diga lungo la Moldava (Vltava), realizzata nel 1960 per tentare di dominare le frequentissime e disastrose esondazioni del fiume. Da allora, oltre ad ospitare una possente centrale idroelettrica, il grande specchio d’acqua è diventato il cuore del turismo “balneare” della Cechia. In particolare, la località di Lipno nad Vltavou si è trasformata nel luogo di villeggiatura perfetto.
Ok, forse i resort spesso identici possono far storcere il naso, ma il paese offre davvero tutto ciò che si possa desiderare: barche a vela, campeggi, aree attrezzate per bambini, boschi per lunghe camminate, ruscelli impetuosi per darsi al rafting, il parco nazionale dei monti della Selva Boema dietro l’angolo, il castello di Rožmberk di strada. D’estate c’è anche una bellissima esposizione di opere fatte coi mattoncini Lego, la più importante della Repubblica Ceca, davvero da non perdere.
Senza dimenticarsi della Stezka korunami stromů, un percorso unico che si snoda tra gli alberi e che si conclude su una torre in legno ed acciaio dalla quale si può godere di una vista stupenda su tutto il lago.
Anche se, lo ammetto, la mia attività preferita è stata godermi il panorama dal giardinetto di una hospoda che serviva klobasa e malinovka da Oscar!!
Český Krumlov, la città delle fiabe
Tra tutte le località della Boemia meridionale, Český Krumlov è quella che ha meno bisogno di presentazioni.
È quasi impossibile non essersi imbattuti nella classica immagine da cartolina che mostra la città dall’alto, col suo possente castello (secondo per dimensioni solo a quello di Praga) che svetta sulla collina, stretto in una morsa dalla Moldava che, come un serpente, lo circonda su 3 lati. Niente di tutto questo è ovviamente casuale: il nucleo originario venne fondato nel XIII secolo per controllare un’importante rotta commerciale.
L’assetto medievale si è mantenuto intatto fino ad oggi, ragion per cui nel 1992 l’UNESCO ha dichiarato Český Krumlov sito patrimonio dell’umanità. E come rimanerne sorpresi? Basta un’occhiata di sfuggita da lontano, o una breve passeggiata tra i suoi vicoli, per venirne completamente stregati.
Va da sé che il turismo di massa, soprattutto asiatico, le sia particolarmente “affezionato”… per questo, se possibile, vi consiglio di visitarla al di fuori dei periodi più caotici, ovvero estate e dicembre.
Holašovice ed il barocco rurale boemo
Ad una trentina di chilometri a nord di Český Krumlov sorge un piccolissimo villaggio di 150 anime scarse, anch’esso patrimonio UNESCO dal 1998. Holašovice è entrata a far parte della lista dei 14 siti protetti della Repubblica Ceca grazie alla pressoché perfetta conservazione delle sue 23 fattorie nello stile architettonico tipico della zona. In realtà, il barocco rurale della Boemia meridionale è riconoscibilissimo un po’ ovunque attraversando i villaggi attigui, ma da nessun’altra parte c’è un tale tripudio di forme e colori.
Ed in effetti il paesello sembra quasi surreale, troppo perfetto per essere vero: le fattorie sono disposte intorno ad una piazza al cui centro si trovano la piccola cappella di San Giovanni Nepomuceno ed uno stagno; ognuna di loro possiede un cortile interno sul quale si affacciano ulteriori edifici (120 in totale) e, se si escludono i 2 “ristoranti” ed il museo, svolgono ancora il ruolo originario.
Niente villaggio etnografico quindi. Niente museo a cielo aperto. Ad Holašovice si vive e si lavora.
A chi va il merito per un così perfetto stato di conservazione? Principalmente al totale abbandono seguito alla seconda guerra mondiale, con i conseguenti massicci restauri dei primi anni ’90.
Una piccola curiosità: accanto al piccolo parcheggio si trova anche lo “Stonehenge di Holašovice“, un cerchio di pietre suggestivo ma assolutamente farlocco (nonché recentissimo) inserito in un contesto particolare. Se statue giganti da due soldi di Krtek & friends (idoli dei bambini cechi), o sculture in legno di divinità celtiche, possono essere così definiti. Benché il costo d’ingresso sia basso (35kcz, circa 1,40€) e l’attrazione quasi unica in questa parte d’Europa, non gli dedicherei molta attenzione. Per lo meno, non quanta al villaggio, visto che paradossalmente il sito degno di nota sembrava quest’ultimo…
České Budějovice, non solo birra
La città più grande ed importante della regione è České Budějovice, capoluogo dei Jižní Čechy e confluenza di tutte le strade che collegano Praga all’austriaca Linz. Durante la settimana il traffico è un inferno, visto che la totale mancanza di autostrade nella zona constringe auto e mezzi pesanti ad attraversarla; sarà anche per questo che sono pochi, troppo pochi, i visitatori che decidono di dedicarle un po’ di tempo? Bè, seguite un consiglio spassionato: entrate a far parte di quel gruppo esiguo.
Presente la Budweiser? Quella americana non è che una copia della birra prodotta qui da secoli, la Budweiser Budvar. Se la bevanda nazionale ceca non fa per voi, potete sempre dedicarvi alla piazza centrale che porta il nome del fondatore della città, Přemysl Otakar II. Il cuore di České Budějovice, sul quale si affacciano un tripudio di palazzi barocchi, rinascimentali e gotici, è curiosamente un quadrato quasi perfetto: 133×137 metri; non mancate di salire sulla storica torre nera e goderne della vista d’insieme dall’alto.
Hluboká nad Vltavou, un castello da fiaba
Se è un castello da fiaba quello che state cercando, non dovete andare troppo lontano da České Budejovice per venire accontentati.
Hluboká nad Vltavou è un romanticissimo maniero in stile neo-gotico che si contende da sempre il ruolo di più amato dai cechi con Karlštejn. Il suo aspetto attuale lo deve agli storici proprietari, la nobilissima famiglia degli Schwarzenberg, che per il “restyling” del XIX secolo decisero di ispirarsi nientemeno che a… Windsor! A ciò si devono anche i giardini all’inglese, dov’è possibile fare lunghe passeggiate.
Per una vista da togliere il fiato sui numerosi laghi della zona (ed i campi da golf), basta invece salire sul torrione principale, il più alto di ben 11. All’interno, il castello è riccamente decorato ed ammobiliato e, come da prassi in Repubblica Ceca, si può scegliere quale parte si preferisce visitare. Attenzione, perché non c’è un biglietto cumulativo, e Hluboká in particolare offre molteplici possibilità.
Insomma, tutto bello, tranne quegli avvolgibili ocra che proprio non hanno ragione di esistere!!!
Červená Lhota, il castello sul lago
Nonostante le dimensioni decisamente più contenute, Červená Lhota è un altro castello che sembra uscito da un libro di fiabe per bambini. Il merito va senz’altro alla posizione, su una roccia in mezzo ad un lago artificiale con un ponte ad archi che lo collega alla terraferma; ma anche al colore del palazzo, un rosso intenso difficile da dimenticare.
Proprio dalla scelta cromatica deriva parte del nome, červený significa appunto rosso. Noi siamo stati così fortunati da visitarlo durante una giornata particolarmente soleggiata, col suo profilo smerlettato proiettato sullo specchio d’acqua che lo circonda. Sono immagini che rimangono impresse a lungo.
All’interno è suddiviso anch’esso in “zone”, meno numerose rispetto a Hluboká ma non per questo meno affascinanti.
Písek ed il ponte in pietra più antico della Repubblica Ceca
Sono molteplici le ragioni per cui vi consiglio di dedicare almeno una mezza giornata a Písek.
La città, che nel medioevo era una delle più grandi di Boemia, è stata la dimora di molti dei sovrani più famosi della storia ceca ed è tutt’oggi casa del ponte in pietra più antico del Paese, e secondo più antico di tutta l’Europa centrale. Il Kamenný most, ponte di pietra appunto, risale infatti alla seconda metà del 1200, e nonostante sia stato danneggiato varie volte nel corso della storia, tra cui di recente col disastroso alluvione del 2002, continua a svettare fiero sul fiume Otava.
Proprio l’Otava è stato fondamentale per lo sviluppo e la ricchezza della città, poiché lungo il suo corso si trovavano importanti depositi aurei; Písek significa “sabbia”, come quella che veniva setacciata durante l’estrazione dell’oro. Da non perdere anche l’antico castello medievale, oggi rimesso perfettamente in sesto e all’interno del quale si trova il museo regionale, e la Chiesa della Natività di Maria Vergine. Irresistibili poi i vicoli medievali ed i meravigliosi palazzi di vari stili, tutti restaurati di recente.
Tábor, la roccaforte hussita
Tra le città storicamente più importanti della Repubblica Ceca, nonché tra i centri medievali meglio conservati di tutto il Paese, c’è Tábor.
Le sue origini risalgono al 1420, quando un gruppo di hussiti in fuga da Praga individuò nel castello sulle rive del fiume Lužnice (di cui oggi è rimasta solo la torre di Kotnov) il luogo ideale attorno il quale costruire la propria roccaforte. Tra di essi, il celeberrimo generale Jan Žižka, uno dei fondatori della città ed indiscusso leader hussita.
Il cuore di Tábor è, non a caso, la piazza a lui dedicata, in mezzo alla quale svetta una statua che lo ritrae. Anche all’interno del museo degli hussiti, tra le mura del vecchio municipio, si trovano tantissimi dettagli sulla sua vita. Žižka o non Žižka, il museo è uno dei must-see per comprendere non solo la storia della città, ma di tutta la Repubblica Ceca; non dimentichiamoci che i seguaci di Jan Hus hanno tutt’oggi la propria chiesa.
Il centro storico nasconde altri gioielli, come i tunnel sotterranei (visitabili in parte con una guida), tratti della doppia cerchia di antiche mura, vicoli ed edifici prettamente medievali. Nonostante le dimensioni contenute, noi abbiamo camminato a lungo e senza una meta precisa, divertendoci a scovare scorci e particolari che ci hanno fatto letteralmente innamorare della città. Tábor è davvero una tappa che non può mancare all’interno di un itinerario on-the-road nella Boemia meridionale.
Zvíkov ed Orlík, i castelli sulla Moldava
Da buon itinerario nella Boemia meridionale che si rispetti, non potevo non chiudere questa serie di consigli con dei castelli. E questi sono molto, molto speciali, tra i più scenografici degli oltre 1000 sparsi per tutto il paese.
Da sud verso nord, il primo che troviamo è il castello di Zvíkov, che sorge su una roccia alla confluenza dei fiumi Moldava ed Otava, ovvero lungo un’importantissima rotta commerciale medievale. Spesso ci si riferisce a lui come “il re dei castelli cechi”, ed il motivo è presto detto: voluto da Přemysl Otakar I nella prima metà del XIII secolo, ospitò tra gli altri anche il più amato dei sovrani boemi, Carlo IV, che qui custodì i preziosissimi gioielli della corona fino alla costruzione di Karlštejn. Ma, soprattutto, nonostante vari tentativi nel corso dei secoli, il castello non fu MAI espugnato. Nè durante le guerre hussite, nè durante la guerra dei 30 anni.
Ciò non impedì l’abbandono quasi totale di Zvíkov, seguito da un incendio devastante che lo distrusse quasi completamente. Venne ricostruito a partire dal 1880, ma con la diga di Orlík e il conseguente innalzamento del livello delle acque, perse la sua posizione inespugnabile.
Oggi il castello di Orlík nad Vltavou è a lui collegato grazie a dei traghetti che durante la stagione estiva fanno da spola tra l’uno e l’altro. Con la costruzione della più grande diga del paese tra il 1954 e il 1962, gli toccò la stessa sorte del “collega”. Adesso si trova a pochi metri sopra il livello del fiume, contro gli oltre 60 del passato.
Anche il nome, “piccola aquila”, lo si deve al fatto che originariamente appriva come un grosso nido sulla cima della roccia. A differenza di Zvíkov, la sua funzione fu quella di “dogana”, poiché veniva usato per raccogliere le tasse da coloro che navigavano il fiume. Oggi gli interni sono un po’ spogli, ma il grande parco all’inglese ripaga della visita. Noi abbiamo deciso di non entrare, ed anzi di cercare un punto panoramico sull’altra riva della Moldava. Ci siamo trovati nel mezzo di un piccolo campeggio abusivo pieno di pescatori e barche, con una vista impagabile!
Quanto vi ho descritto è soltanto una parte dei tesori che la regione custodisce, quelli che ho avuto la fortuna di poter ammirare di persona. Alla domanda diretta “cosa vedere nella Boemia meridionale”, non dovrebbero mancare di certo anche Třeboň ed i suoi laghi, il fiabesco centro storico di Jindřichův Hradec, il parco nazionale della Šumava (o Selva Boema) e molto, molto altro. Questo è solo un pezzettino.
Un pezzettino che però, ne sono sicura, sarà capace di farvi apprezzare la Repubblica Ceca più autentica e meno conosciuta.