Repubblica Ceca da sogno: Loket, il castello “chiave del regno di Boemia”

La Repubblica Ceca è la meta perfetta per noi romanticoni cresciuti a pane e fiabe Disney. Qui si contano infatti qualcosa come un migliaio tra castelli e palazzi, sparsi in un territorio relativamente piccolo e dagli stili architettonici più disparati. Alcuni di loro, come il castello di Praga o quello di Český Krumlov, sono iconici e conosciuti a livello mondiale. Altri invece non godono ancora della stessa fama (tranne che tra i locali, per i quali ogni occasione è buona per visitarne uno), ma hanno davvero poco da invidiare ai più blasonati. Ne ho avuto l’ennesima riprova al coronamento di un altro piccolo grande sogno: visitare il villaggio di Loket e la sua omonima rocca.

Nonostante Loket l’avessimo sfiorato molteplici volte per anni, le tempistiche non erano mai quelle giuste. E dire che non si trova nemmeno troppo distante da Teplice, città natale di Pavel la cui regione confina proprio con quella di Karlovy Vary, dove il castello in questione appunto si trova. Stanca del tira e molla, ho deciso di ignorare quello che di solito è il (grigissimo) meteo ceco in inverno e programmare la tanto agognata visita in coppia con la città di Cheb proprio negli ultimissimi giorni del 2024. Deve esserci stato un qualche ricongiungimento astrale, perché a memoria non ricordo di giornate dicembrine così azzurre e limpide in Cechia come quella che finalmente ci ha visto “sbarcare” su Loket.

Il sole ha fatto risaltare ancora di più le coloratissime facciate degli edifici del piccolo centro storico, molti dei quali sembrano essere stati rimessi a nuovo di recente. Proprio come il sottostante fiume Ohře, anch’essi paiono inchinarsi al cospetto del possente castello costruito sul punto più alto della roccia e lo circondano quasi a 360°. Grazie alla sua posizione e alle sue spessissime mura, Loket era noto come il “castello inespugnabile della Boemia”, oltre che la “chiave del regno di Boemia”. La sorpresa più bella? Gli interni sono interessanti tanto quanto l’esterno e no, non è una cosa così scontata come sembra.

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Il castello di Loket: qualche cenno storico

L’incontro con Loket non si dimentica facilmente. Anzi, il primo colpo d’occhio è proprio da togliere il fiato: un castello gotico arroccato su uno sperone di granito, massiccio, avvolto da un’ansa del fiume Ohře. Sotto di lui, un piccolo villaggio di case color pastello, tetti spioventi e viuzze lastricate, intatto nella sua armonia d’altri tempi. Loket (che in ceco significa “gomito”, proprio per la curva del fiume) è una delle cittadine più fotogeniche e sorprendenti della Boemia occidentale, se non di tutta la Repubblica Ceca. Un vero e proprio salto nel Medioevo.
Ma non facciamoci ingannare dall’aura che lo circonda, perché il villaggio ha vissuto secoli tumultuosi e visto passare imperatori, guerre, invasioni. E, per fortuna, resurrezioni. Con il suo castello che ne è stato il principale testimone.

Benché la fondazione di Loket pare risalire all’870 per mano dei margravi di Vohburg, il castello in pietra vide la luce solo nel XII secolo probabilmente grazie a Vladislav I, che necessitava di una roccaforte difensiva contro incursioni dalla Sassonia e dalla Baviera. La struttura originale era romanica, con una torre principale e mura fortificate in pietra. Era uno dei baluardi più occidentali del Regno di Boemia ed uno dei meglio protetti.
Durante il regno di Otakar II, il castello fu ampliato con strutture gotiche, incluse nuove torri e cortili interni. Divenne così una vera e propria residenza reale e centro amministrativo della regione.

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Per Loket passò a più riprese anche il più celebre sovrano della storia boema: Karel IV, ovvero Carlo IV. L’incontro del futuro imperatore del Sacro Romano Impero con il castello non fu tuttavia dei più rosei, in quanto secondo leggenda trascorse parte dell’infanzia nelle sue celle sotterranee, tenuto prigioniero dal padre Giovanni di Lussemburgo durante le violente proteste contro il suo operato. Non è tuttavia che una delle molte leggende che lo legano a Loket. Un’altra, ben più tenera, afferma che Carlo tra le mura del castello imparò a camminare e parlare. Una terza lo vede invece adulto a cacciare per i boschi intorno al villaggio fin quando, allontanandosi per seguire un cervo, trovò una fonte d’acqua calda termale, prima fonte di quella che verrà poi rinominata in suo onore Karlovy Vary (oggi tra i siti patrimonio UNESCO della Cechia). Pare che fu proprio lui, chi altro, a definire Loket la “chiave del regno di Boemia”,

Dopo le guerre hussite, durante le quali Loket riuscì a resistere a ben due assedi, il castello passò nelle mani di famiglie nobiliari (gli Šlik prima, i Signori di Plavno poi) prima che l’amministrazione cittadina se ne appropriasse. Il disastro arrivò però con la guerra dei 30 anni (1618-1648), devastante in molte delle terre ceche. La cittadina venne letteralmente messa a ferro e fuoco, tanto che alla fine dovette arrendersi all’esercito imperiale asburgico; come se non bastasse, al declino economico si aggiunse un’epidemia di peste. Solo alla fine del XVII secolo, con la ricostruzione del castello con funzione di prigione (ruolo che mantenne fino al 1948), si cominciò ad avere una lentissima ripresa, bloccata dall’invasione sovietica e successivamente culminata con la riappropiazione da parte del governo cittadino nel 1992. Grazie all’istituzione di una fondazione locale, Hrad Loket è finalmente riuscito a rinascere dalle proprie ceneri e a riaprire le sue porte a migliaia di visitatori.

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Visitare il castello di Loket

Come accennavo all’inizio, il castello di Loket non si limita ad ammaliare i visitatori unicamente con il suo aspetto esteriore.
Al suo interno è stato davvero fatto un eccellente lavoro di recupero, e molti dei suoi spazi sono aperti al pubblico con le più svariate esposizioni che ne spiegano perfettamente storia e retaggio. Tra una mostra e l’altra, ciò che più mi ha colpito sono i resti degli straordinari affreschi dipinti a secco durante il regno di Venceslao IV e riscoperti solo negli anni ’90; meravigliosi, così come lo spazio creato per permette di ammirarli in tutta calma.

Le mostre permanenti sono una marea, a partire da quella dedicata alla porcellana, la cui produzione è storica ed ancora oggi fondamentale sia per la regione di Karlovy Vary che per quella confinante di Ústí. I pezzi esposti spaziano dal XVIII al XX secolo e sono tutti provenienti da fabbriche della zona. Non potevano mancare nemmeno i manufatti in vetro prodotti dalla celeberrima ditta Moser, conosciuta a livello mondiale e con sede proprio nella vicina città termale.

Nella Casa del Margravio, il primo edificio che si incontra una volta varcato l’ingresso del castello, sono invece custoditi i mobili originali degli ultimi 3 secoli, insieme a statue in legno, bassorilievi, minerali preziosi (tra cui il meteorite di Loket, un blocco di ferro-nichel caduto dal cielo nel 1400 e venerato a lungo come “la pietra del diavolo” che tanto affascinò un certo Johann Wolfgang Goethe) e la stanza con l’antica farmacia.
Come ogni rocca medievale che si rispetti, non possono poi mancare le armi ed i documenti storici ufficiali. Ciò che più attira i visitatori però si trova nel sottosuolo…

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Uno dei punti più affascinanti (e inquietanti) è la visita alle antiche prigioni sotterranee, che occupano un’area davvero vasta e si dividono in vari livelli. Le celle del castello ospitarono condannati comuni, ma anche dissidenti politici. Le condizioni erano estremamente dure: buie, fredde, e prive di igiene. E per chi se lo stesse chiedendo sì, tra quelle mura si perpetravano anche torture di ogni tipo. Oggi questi spazi sono ricostruiti con figure in cera e effetti sonori realistici per offrire ai visitatori un’esperienza immersiva che non si dimentica facilmente. Pare che in una delle celle venne rinchiusa addirittura la “pietra del diavolo”, visto che la sua caduta generò non pochi timori negli abitanti di Loket, che la ritenevano rseponsabile di sfortune e presagi oscuri.

Un’aria diversa si respira nell’ala est con la sua splendida sala delle cerimonie, che può essere affittata per eventi privati (spesso matrimoni). Nell’edificio adiacente e oggi incorporata al resto, la rotonda dedicata a Sant’Agnese risale addirittura al XII secolo e, con il suo diametro di appena 3,6 metri, è la più piccola al mondo. Durante la nostra visita abbiamo trovato una mostra temporanea tutta dedicata ai bambini e con protagonisti i personaggi delle fiabe; carina e da non perdere anche per gli adulti grazie ai meravigliosi soffitti di legno dipinti.

Ciliegina sulla torta, la torre. Anche se non altissima, lo è abbastanza per apprezzare non solo il castello, ma soprattutto il villaggio sottostante. Non dimenticare di guardare in basso mentre sali le scale per raggiungere la vetta: nei sotterranei, ma ben visibile, si è rintanato il drago Sarkan, dall’apparenza feroce ma così docile da aiutare le massaie della rocca ad appicciare il fuoco!
Insomma, ce n’è per tutti i gusti e per tutti gli interessi, e la visita è un’esperienza bellissima da fare anche in famiglia.

Orari di apertura e biglietti

Loket è tra i pochissimi castelli della Repubblica Ceca ad essere aperto tutto l’anno, chiaro segno di quanto sia visitato ed amato.
Gli orari variano a seconda del mese, ma le sue porte si spalancano quotidianamente alle 9 per chiudere tra le 16.00 e le 18.30.
Varia anche il costo del biglietto tra visita indipendente con l’ausilio di mappa e brochure, oppure visita guidata (disponibile in ceco, tedesco, inglese e russo). Per il 2025, il prezzo per un ingresso adulti è di 145Kč (circa 6€), mentre con la visita guidata in lingua straniera 220Kč (circa 9€). Sono previsti sconti per bambini, studenti, anziani e famiglie. Per le informazioni complete e sempre aggiornate, rimando al sito ufficiale del castello di Loket.

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Oltre il castello: il villaggio di Loket

Al di là del castello, Loket è un gioiello urbanistico intatto. Il centro storico è minuscolo e percorribile in pochi minuti, ma ogni angolo regala atmosfere da libro illustrato: stradine acciottolate, case barocche e rinascimentali dai colori morbidi, botteghe artigiane e caffè silenziosi che sembrano sospesi nel tempo.
La piazza principale, T.G. Masaryka, è circondata da edifici storici, tra cui l’antico municipio e la chiesa di San Venceslao. Pochi metri più in là, una piccola farmacia ricorda che qui fu girata una celebre scena del film “Casino Royale” (2006) con James Bond interpretato da Daniel Craig, dove Loket interpretava un villaggio del Montenegro.

Chi ama la natura troverà nei dintorni di Loket sentieri nel bosco, piste ciclabili lungo il fiume e piccole spiagge dove rinfrescarsi d’estate. Poco fuori dal villaggio si trova anche un anfiteatro naturale, incastonato tra il verde e il granito: un luogo magico dove nella bella stagione si tengono concerti, opere e proiezioni all’aperto, con il castello sullo sfondo. E potrebbe mancare un buon birrificio artigianale? Una sosta alla birreria Sv. Florián è d’obbligo. Abbiamo comprato qualche bottiglia da gustarci a casa, davvero buona (ma la birra ceca raramente delude!).

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Come arrivare a Loket

Il villaggio di Loket si trova nella regione di Karlovy Vary (Karlovarský kraj), nel nord-ovest della Cechia.
Per raggiungerlo con i mezzi da Praga, bisogna necessariamente fare un cambio nel capoluogo di regione. La durata complessiva si aggira tra le 3 e le 3.5 ore. Per consultare orari, coincidenze, mezzi e costi rimando come di consueto al sito IDNES

Più veloce raggiungere Loket dalla capitale in auto. La D6/E48, autostrada completata solo a tratti ma soggetta a pagamenti (rimando all’articolo su cosa sapere quando si viaggia in auto in Repubblica Ceca), unisce Praga a Karlovy Vary e da lì ci sono solo un 20km verso sud da fare.
Bellissima alternativa per gli sportivi, la pista ciclabile lungo il fiume Ohře da Karlovy Vary, non particolarmente difficile e molto panoramica.

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