Scozia 4.0: la distilleria di Deanston e Glencoe

Diario di viaggio

Giovedì 1 novembre – pomeriggio

Presi dall’ansia di cercare un parcheggio utile e non troppo dispendioso all’aeroporto di Edimburgo, è andata a finire che abbiamo lasciato il castello di Midhope troppo presto. Per cosa poi? Aspettare mooooolto più del previsto e farlo nel modo peggiore, ovvero nell’area a brevissimissima sosta. Due geni. L’aereo di Pavel e Týna è un leggero ritardo, in più ci attendono al banco Sixt per segnarsi i dati della patente della mia amica, la nostra pilota ufficiale in Scozia. Il mio Pavel ha quindi dovuto lasciare (controvoglia in verità) la guida a lei, ma se vuole andare per distillerie non ha molte opzioni. Il limite di alcol qui è ancora più basso che nel resto del Regno Unito (0,05%) ed i poliziotti, per pochi che se ne vedano in giro, hanno la fama di essere giustamente poco tolleranti a certi sgarri.

10 minuti buttati qui, 5 sprecati là… morale della favola? Dobbiamo rinunciare a quella che avevo scelto come prima tappa insieme, ovvero il palazzo di Linlinthgow, luogo di nascita di Mary Queen of Scots. È da tanto che voglio visitarlo, e proprio non mi va di farlo di tutta fretta… quindi passiamo inevitabilmente alla fase successiva, la prima distilleria appunto. In questa zona di Scozia non ce ne sono molte, niente a che vedere con lo Speyside che abbiamo attraversato lo scorso anno. Ma ce n’è una che fa perfettamente al caso nostro, visto che non è conosciutissima nè grandissima (ed è stata tra i set di Outlander), oltre ad essere unica nel suo genere: è la Deanston distillery a Doune, paese dell’omonimo castello.

Deanston distillery distilleria Doune esterno

La distilleria di Deanston non ha nè la tipica forma nè quell’aspetto caloroso ed accogliente di molte sui colleghe. Ci si para davanti come un casermone scuro e minaccioso lungo il fiume Teith, ma io non posso che guardarla affascinata visto che il sole sta tramontando ed i colori sono comunque splendidi. Abbiamo la fortuna di arrivare in concomitanza con la partenza di un bus di turisti tedeschi e non troviamo difficoltà a prenotare 4 posti per quello che sarà il penultimo tour con degustazione della giornata. Pavel sembrava voler optare per quello comprensivo di due drams, ma l’entusiasmo spinge gli uomini a scegliere il Tasting Room Tour che ne ha una in più. Mentre aspettiamo il nostro turno, notiamo con grande piacere che il negozio è fornitissimo di cosette interessanti; non tanto le bottiglie, che avremmo comunque difficoltà a portare (e che per noi sono comunque più economiche su internet), ma soprattutto home-made fudge al whisky e alla Irn-Bru (!!!) ad esempio, o tanti gadget davvero carini.

Quando finalmente arriva l’ora di iniziare, nel gruppo con noi ci sono solo due famiglie inglesi molto simpatiche che al primo impatto sembrano uscite da Geordie Shore; la nostra guidasi chiama Rachel, ed è preparatissima. Questa è la quinta distilleria che visitiamo, eppure è incredibile come ogni volta, nonostante il processo di produzione sia pressoché identico e piuttosto semplice, riusciamo a scoprire qualcosa di nuovo, o a carpire (e capire) le sottilissime differenze. Siamo abbastanza fortunati da vedere il malto che lievita ed altrettanto fortunati nel poter immortalare il momento nella piccola e caldissima stanza piena di vapore; la politica sulle foto varia moltissimo da una proprietà all’altra, ciò che hanno generalmente in comune è di non scattare mai vicino ai distillatori a causa dei gas presenti nell’aria. Questa però è la prima volta che mi viene permesso di fare foto praticamente ovunque e non potrei esserne più contenta.

scozia on the road distilleria di deanston single malt whisky

La struttura decisamente atipica della distilleria ci viene svelata immediatamente: non era stata costruita per produrre whisky, ma cotone. Il casermone altri non era che un enorme cotonificio, che dopo aver dato lavoro alla gente della zona e prosperato per oltre un secolo, è stato costretto a chiudere i battenti a causa della crisi fino ad essere riqualificato nel 1966. Gli ambienti di lavoro sono comunque molto simili a quelli che abbiamo visitato finora, mentre il magazzino a volte è una novità assoluta che mi lascia di stucco.

Alla fine della visita, Rachel ci conduce nella tasting room dove i nostri bicchierini sono già belli pronti. Týna deve svuotare il contenuto dei suoi nel driver’s kit, mentre noi seguiamo i consigli della guida e cominciamo con l’assaggio. Avevamo già provato lo scorso anno ad Edimburgo il Deanston invecchiato 12 anni, e personalmente l’avevo amato; è buono come me lo ricordavo, se non di più, mentre i successivi, il 15 anni ed il 18 anni, mi deludono un po’, il primo in particolar modo. A quanto pare non diventeremo dei fanatici come ci era già successo per Glencadam ed Aberlour, poco male!

Le famigliole finiscono molto prima di noi, anche perché ci fermiamo a scambiare due parole con Rachel, che è davvero carinissima. Le raccontiamo del nostro rapporto con la Scozia e della nostra “modalità di visita a zona”, mentre per le distillerie le confidiamo di voler visitare solo le più piccole e meno conosciute; la sua genuina ammirazione ed il complimentarsi con noi sulla scelta non fa che rafforzare le nostre convinzioni. Scopriamo che tutti coloro che lavorano lì abitano nel giro di pochi chilometri e che quello è molto più di un semplice impiego: è motivo di orgoglio. Salutiamo e ringraziamo calorosamente Rachel, che è stata con noi molto più del dovuto. Il calore e l’innata gentilezza degli scozzesi mi era mancata quanto la Scozia stessa.

Deanston distillery distilleria Doune distillatori

Quando usciamo è già quasi buio, quindi decidiamo di proseguire verso il nostro alloggio, un b&b in mezzo al nulla ma che dal sito sembra davvero molto accogliente. Ci mettiamo un’oretta ad arrivare e nell’oscurità dell’esterno possiamo ammirare ben poco. Le camere però sono davvero carinissime, sul letto troviamo anche dei biscottini fatti a mano come benvenuto da Silvia, la proprietaria. Usciamo presto per non rimanere a stomaco vuoto, ma nonostante due paeselli a pochi chilometri di distanza, fatichiamo a trovare qualcosa di aperto. Finalmente vediamo delle luci al Ben More Lodge/Restaurant di Crianlarich, che si rivela essere il secondo pasto deludente delle nostre avventure scozzesi (anche se MAI come quello ad Inverness).

Venerdì 2 novembre

Ci svegliamo baciati dal sole, ma appena ci affacciamo alla finestra vediamo che fuori è tutto completamente gelato.
Nel costo della camera è compresa la colazione nella sala comune, anch’essa accogliente e super curata di ogni dettaglio, l’opposto del ristorante insomma. Silvia ci porta addirittura un menù da cui scegliere il pasto, e dopo un po’ d’esitazione decido di buttarmi sul porridge, sicura che ne avrei mangiato un paio di cucchiaiate al massimo; invece… invece per la prima volta in vita mia ne avrei mangiato un’altra ciotola! Sicuramente il più buono mai assaggiato, e la marmellata al lampone e zenzero fatta in casa aggiunge un tocco magico al tutto. Anche stavolta la scelta dell’alloggio è azzecatissima.

Cerchiamo di metterci in viaggio il prima possibile, visto che non sono moltissime le ore che ci separano dal doverci imbarcare su un traghetto ad Oban. La strada più breve è di appena 60 chilometri percorribili in un’oretta, ma noi dobbiamo passare per quella più lunga, quella che attraversa una delle valli probabilmente più famose al mondo: Glencoe.

Ewich House Crianlarich finestra di camera

In realtà la differenza tra i due percorsi non è eccessiva, ma voglio fermarmi in ogni singolo punto panoramico e fare un piccolo percorso a piedi, quindi non c’è proprio tempo da perdere!
Peccato che i primi stop li manchiamo clamorosamente. Con Pavel mio alla guida (“perché così non ci perdiamo niente“), troppo concentrato sulla strada e sul riabituarsi alla guida a destra, il ponte di Bridge di Orchie ci fa ciao ciao con la manina. Idem per quello sul Loch Ba. Va meglio con Loch Tulla, dove ammiriamo lo splendido panorama e le prime cime innevate in compagnia di un corvo e di un pulmino di asiatici che ci “perseguiterà” per un bel pezzo.

La faccenda comincia a farsi realmente seria quando raggiungiamo tre piccole cascate che si incontrano (the Meeting of the Three Waters), ma diventa incredibile al cospetto di loro, le tre sorelle di Glencoe. L’area parcheggio è affollatissima nonostante la stagione, ma chiunque passi di qui, anche fosse la millesima volta, come può non fermarsi? Lo spettacolo, accentuato dai colori autunnali, è assurdo e non sarei in nessun modo capace di descriverlo a parole. Lascio che parlino le foto per me.

scozia on the road glencoe
scozia on the road glencoe

Dopo quelli che sembrano, SEMBRANO, pochi minuti, riusciamo a staccarci di lì.
Ma è dura, cacchio se lo è. Soprattutto perché il tempo scorre davvero troppo veloce, e la tanto agognata passeggiata devo lasciarmela per un’altra volta. Non riesco a prendermela però, è straordinario come molti dei punti principali del percorso ti si parino semplicemente davanti senza che tu debba fare nessuno sforzo.
L’unico reale sforzo è andarsene, lasciarsi tutta quella meraviglia alle spalle. Per fortuna basta percorrere una manciata di chilometri per trovarsi nuovamente catapultati nella magia, nel riflesso di uno specchio d’acqua chiamato Loch Achtriochtan. Anche lui ha la sua bella casetta bianca solitaria, una fattoria grazie alla quale sulla riva sono disseminate tante pecorelle che pensano solo a mangiare fregandosene della nostra presenza (oggi però ho imparato che la cacca di pecora ha la forma ed il colore di un’oliva…)

scozia on the road glencoe

Su consiglio di Eleonora, la dolcissima blogger di My Passport to Home, ci fermiamo per pranzo alla rinomata Clachaig Inn, un locale davvero delizioso e l’unico nel giro di chilometri. Gli interni sono super accoglienti e il fish & chips, accompagnato dall’immancabile cidro, va giù che è una meraviglia. Rifocillati e felici, proviamo a seguire un percorso non lontano che però si rivela presto essere piuttosto deludente e pieno di alberi tristemente tagliati.

Ciò che troviamo sul resto della strada per Oban continua ad essere sorprendente, e non mi sto riferendo solo alla vista su Castle Stalker, castello solitario su un’isola e visibile solo dalla costa. È la piccola chiesa episcopale di St. John, con il suo affascinante cimitero sul Loch Leven, a conquistarmi. Non ho la passione per il macabro di solito, anzi… ma i cimiteri scozzesi sono something else.
Felici, ma felici DAVVERO, ci avviamo verso il porto Oban. Il traghetto che ci porterà su Mull è alle 17, ma dobbiamo essere in fila almeno mezz’ora prima e non abbiamo idea della procedura, quindi preferiamo essere lì per tempo; senza contare che della cittadina ho sentito parlare benissimo.
Care Highlands, dobbiamo lasciarci per ora. Ma mi sono innamorata pazzamente di voi, come ero sicura sarebbe successo. Ci rivedremo, presto. È una promessa.

scozia on the road castle stalker

Dove dormire prima di raggiungere Glencoe

Ho trovato casualmente Ewich House ispezionando in lungo e in largo Google Maps. Sui motori di ricerca di hotel ed appartamenti non riuscivo a trovare niente di soddisfacente in zona, finché dal nulla sulla mappa è spuntata lei. Mi sono innamorata dello stile delle camere e dell’esterno già spulciando sul sito, e non c’è niente di più bello che vedere quelle stesse sensazioni confermate. Il B&B ha poche stanze dotate di tutto il necessario ed oltre, una accoglientissimo e fornitissimo salotto in comune e la sala colazione. Silvia ed il marito abitano al piano terra e sono a disposizione per qualsiasi necessità, e come se non bastasse servono delle colazioni da sogno!
Il costo per la doppia è 70£.

Dove mangiare a Crianlarich (se proprio non trovate altro)

Ormai mi conoscete, mangio praticamente di tutto e non sono particolarmente schizzinosa.
Siamo capitati per caso a Ben More Restaurant perché qualsiasi altro locale era chiuso, quindi passi la poca cura e pure la poca disponibilità dell’unico dipendente presente; però quando su almeno 6 birre alla spina ne hai giusto una e non me lo dici, ed io continuo a chiedere esattamente tutte quelle che non ci sono… quando i clienti sono pochi ed aspettiamo comunque un sacco per un pasto normalissimo… un pochino il naso lo storco. Non dico che non ci tornerei nemmeno sotto tortura, quello no, ma se ci fossero altre opzioni disponibili allora…

Dove mangiare a Glencoe

Il Clachaig Inn non deve la sua fama solo alla posizione, questo è poco ma sicuro. L’ambiente è accoglientissimo e davvero curato, in stile scozzese moderno. E già per questo ci tornerei all’infinito. Nonostante questo, è un pub a tutti gli effetti, quindi si ordina e si paga subito al bancone, si prendono le bibite e si aspetta il pasto al tavolo. La scelta di sidri alla spina ed in bottiglia è ampia, così come birre ed altri tipi di bibite. Io sono andata dritta su fish & chips, ottimo, mentre Pavel ha preso un risotto al salmone buonissimo. Se non avete bisogno di mangiare e volete solo rilassarvi, è l’ideale anche per una semplice sosta e per sorseggiare qualcosa di caldo, è come se implicitamente ti chiedesse di metterti comodo e sorseggiare un bel tè!
Insomma, promosso a pieni voti!

La distilleria di Deanston e Glencoe meritano una visita?

Sia che siate degli appassionati di whisky che non ne abbiate mai sentito parlare, credo che una visita alla distilleria di Deanston sia un’ottima idea. Non è sovraffollata e chi ci lavora nutre una profonda passione per ciò che fa, passione che vi verrà istantaneamente trasmessa. In più il Deanston 12 anni è davvero buonissimo ed avrete la possibilità di assaggiarlo qualsiasi sia il tour che sceglierete.

Su Glencoe cosa vi devo dire? So di non aver speso chissà quali parole all’interno del diario di viaggio, ma le ho perse… o semplicemente le ho lasciate lì. È un luogo troppo incredibile per riuscire a credere che esista veramente, e il trovarcisi non fa che aumentare la sensazione di smarrimento. Ci sono davvero, quello che ho davanti agli occhi esiste o me lo sto immaginando? È uscito da un film, da un libro?
L’unico consiglio che mi sento di darvi è di dedicargli almeno un giorno pieno e provare a percorrere uno dei moltissimi sentieri, ce ne sono anche di brevi e semplici. Non so ancora quando, ma è un obiettivo che prima o poi raggiungerò anch’io!

There are 2 comments
  1. Mi sembra davvero di essere in viaggio con voi Celeste! Bellissimo racconto!
    Ci sono passata anch’io al Clachaig Inn, mi ricordo che era strapieno di gente e ci siamo seduti ad un tavolo da 4 che era già occupato da altre due persone 😛 Però avevamo mangiato bene e l’ambiente è molto accogliente! Il b&b invece sembra davvero un sogno! Me lo segno per il futuro, non si sa mai 🙂

    • Beatrice ti ringrazio, detto da te assume un significato ancora maggiore. Quanto mi mancano quei luoghi, come si fa??? Quando si riparte????
      Noi siamo arrivati appena in tempo alla Clachaig Inn, dopo poco era pienissimo ma è più che comprensibile, anche se non fosse l’unico punto ristoro è un sogno. E anche il b&b lo era, pensa che loro erano due svizzeri che hanno mollato tutto e si sono comprati la casa per aprire l’attività. Quanto vorrei farlo anch’io potendo… un bacione Bea, buon sabato!

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