Non mi stancherò mai di ripetere quanto mi abbia sorpreso il Montenegro. Mi aspettavo tantissimo dalla costa, meno dall’interno, invece sono tornata a casa non riuscendo a decidere quale delle sue due facce della stessa straordinaria medaglia mi abbia affascinato di più. In qualche modo, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (meglio conosciuta come UNESCO) è sulla mia stessa lunghezza d’onda: dei 4 siti patrimonio dell’umanità stretti tra i confini del piccolo stato balcanico, due sono costieri e due montani. Ad onor del vero, nel primo caso corrispondono parzialmente, e pensandoci bene un po’ anche nel secondo.
È anche questo d’altra parte il bello del Montenegro. Non ci saranno autostrade, in certi tratti i tempi di percorrenza saranno un po’ più lunghi, ma è tutto vicino.
Appena 3 ore totali di macchina servono a raggiungere le varie località. Per le Bocche di Cattaro o la città di Cattaro, e probabilmente per il Parco Nazionale del Durmitor, c’è l’opzione di imbarcarsi in una gita organizzata, ma posso assicurarti che scegliendo di non muoverti in autonomia ti perdi una delle esperienze più belle ed autentiche che potresti regalarti. Non divaghiamo però.
Quali sono i quattro siti UNESCO del Montenegro, dove si trovano, e perché sono davvero incredibili?
I 4 siti UNESCO del Montenegro
Regione naturale e storico-culturale delle Bocche di Cattaro (1979)
La Regione naturale e storico-culturale delle Bocche di Cattaro (Boka Kotorska nella lingua locale) è un sito UNESCO dal 1979 e rappresenta uno degli angoli più affascinanti del Montenegro, noto per la sua combinazione unica di bellezze naturali e un ricco patrimonio storico-culturale. Le Bocche di Cattaro, una coppia di baie interconnesse che si insinuano profondamente nella costa adriatica montenegrina, creano uno spettacolo naturale mozzafiato, spesso descritto come un fiordo anche se tecnicamente non lo è. Circondata da ripide montagne che possono raggiungere i 1500 metri, la baia offre panorami spettacolari ed è tra i porti naturali più grandi e protetti del Mediterraneo. Un ruolo fondamentale lo giocano a parimerito l’architettura e la cultura che in epoca medievale si sono irradiate dalle sue cittadine, in particolare con scuole di iconografia e muratura.
Oltre al centro storico e le fortificazioni di Cattaro (Kotor, da cui le bocche prendono il nome), il sito include una serie di piccoli villaggi e insediamenti lungo la costa della baia, ognuno con il proprio patrimonio culturale. Il pittoresco villaggio di Perasto, ad esempio, è famoso per le sue chiese barocche e per le due piccole isole, Nostra Signora delle Rocce (un’isola artificiale con una chiesa barocca) e l’Isola di San Giorgio, mentre a Risano sono conservati importanti mosaici di epoca romana.
La regione ha una storia complessa, essendo stata parte di vari imperi e regni, tra cui l’Impero Bizantino, il Regno di Serbia, l’Impero Veneziano e l’Impero Austro-Ungarico. Questa ricca storia si riflette principalmente nell’architettura, ma anche nelle tradizioni culturali e nella mescolanza di influenze religiose.
A seguito del devastante terremoto del 1979, l’intera area era stata segnalata come in pericolo, ed in seguito minuziosamente ricostruita anche e soprattutto grazie dai fondi elargiti dall’UNESCO. Nonostale l’impressionante lavoro e l’incredibile restauro di Cattaro, oggi sono altri i pericoli in cui va incontro il sito, dovuti all’opera umana e al turismo di massa (tra cui le immense navi da crociera che ogni giorno solcano lo stretto di Verige).
Parco nazionale del Durmitor (1980)
Il pezzo di cuore che ho lasciato nei Balcani è rimasto tra le montagne del Parco nazionale del Durmitor, poco ma sicuro.
Il parco, patrimonio UNESCO del Montenegro dal 1980, è situato nella regione montuosa del nord del paese e comprende il massiccio del Durmitor, le gole del fiume Tara (la gola più profonda d’Europa) e un’area di foreste e laghi glaciali. Il Durmitor è famoso per le sue vette imponenti, di cui 48 più alte di 2000 metri (il primato appartiene al Bobotov Kuk con i suoi 2523 metri), le foreste di pini secolari, i fiumi sotterranei ed i suoi 18 laghi glaciali, noti come “occhi della montagna”. Oltre che per la sua straordinaria varietà di paesaggi, il sito offre un ambiente unico sia per la biodiversità che per il turismo.
Durante l’inverno, le montagne sono una meta ideale per lo sci, in particolare attorno alla località di Žabljak, il centro abitato più alto dei Balcani. In estate, il Durmitor diventa una destinazione popolare per l’escursionismo, con decine di sentieri che offrono viste panoramiche su laghi glaciali, foreste e gole. Ciò che per me è stato davvero incredibile è il poter percorrere una perfetta strada asfaltata a quasi 2000 metri di altezza con la costante sensazione di poterle toccare quelle vette, e godersi a pieno l’esperienza pur non essendo un’escursionista provetto; certi panorami non me li toglierò mai dalla testa. Purtroppo il 2022 è stato un anno particolarmente secco e gli “occhi della montagna” erano quasi del tutto asciutti, ma ciò non ci ha impedito di perderci nell’incredibile azzurro del Lago Nero, il più grande e famoso del Parco nazionale del Durmitor; il contrasto tra il colore intenso delle acque e le scure foreste che lo circondano crea uno spettacolo naturale unico.
Nonostante una fifona come me non abbia potuto apprezzarlo a pieno, uno degli aspetti più straordinari dell’area è la Gola del fiume Tara, il canyon più profondo d’Europa e il secondo al mondo dopo il Grand Canyon negli Stati Uniti. Con una profondità che in alcuni punti raggiunge i 1.300 metri, la gola del Tara è un vero capolavoro naturale, scavato dal fiume Tara attraverso millenni di erosione. Questo fiume offre alcune delle migliori opportunità di rafting d’Europa e delle zipline davvero poco adatte ai deboli di cuore. Le acque cristalline del Tara sono così pure che il fiume è spesso definito “la lacrima d’Europa”.
Il Parco nazionale del Durmitor è anche un rifugio per la fauna selvatica, con oltre 160 specie di uccelli, tra cui l’aquila reale, l’avvoltoio grifone e il falco pellegrino, nonché numerosi mammiferi, tra cui lupi, orsi bruni e camosci. Il riconoscimento UNESCO si basa non solo sulle sue eccezionali caratteristiche naturali, ma anche sull’integrità del suo ecosistema, che rimane in gran parte incontaminato. Il parco rappresenta una delle aree naturali meglio preservate dei Balcani, ed è fondamentale per la conservazione della biodiversità della regione.
Cimiteri di tombe medievali stećci (2016)
I stećci sono un’importante forma di sepoltura medievale che rappresenta un patrimonio culturale unico e significativo in Montenegro e in altre regioni dei Balcani; il sito infatti è condiviso con altri Paesi facenti parte dell’area, ovvero Bosnia Erzegovina (la più ricca), Serbia occidentale e Croazia centrale/meridionale. Questi cimiteri, riconosciuti come patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 2016, sono caratterizzati da una serie di tombe monumentali, chiamate stećak (al singolare), risalenti principalmente al XII-XV secolo.
Gli stećci sono generalmente realizzati in pietra calcarea e si presentano in diverse forme, tra cui lastroni rettangolari, coperchi a forma di sarcofago e pietre verticali. Le dimensioni variano, ma molti di essi sono imponenti, alcuni raggiungendo anche i due metri di lunghezza. Le pietre sono adornate con decorazioni elaborate, tra cui simboli religiosi, figure umane, animali e motivi geometrici; le incisioni riflettono influenze culturali e artistiche locali, ma anche scambi con altre tradizioni artistiche dell’epoca, come quelle bizantine e romaniche.
In Montenegro sono tre le necropoli e si trovano tutte nei pressi o all’interno del Parco nazionale del Durmitor, con due che rientrano nella municipalità di Žabljak e una in quella di Plužine. Ciò che ci troviamo davanti non è un semplice monumento funerario, ma anche un’importante testimonianza della vita sociale, economica e culturale dei popoli medievali dei Balcani. Rappresentano un punto di incontro tra diverse culture e religioni, riflettendo l’identità di una popolazione che ha attraversato periodi di grande cambiamento e interazione culturale. Purtroppo, nonostante la loro importanza molti stećci sono a rischio a causa di fattori come l’erosione, l’abbandono, e la mancanza di consapevolezza culturale; nonostante abbia apprezzato molto la visita, in effetti il sito di Bara Žugića (a poche decine di metri da due degli “occhi della montagna”) non se la passava troppo bene, sia per lo stato di semi-abbandono che per il luogo estremamente esposto ad fortissimo vento e alla pioggia.
Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale (2017)
Altro sito UNESCO del Montenegro condiviso con altri Paesi è quello che comprende le opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo. Il sito comprende un insieme di fortificazioni e strutture difensive costruite dalla Repubblica di Venezia nel periodo tra il 1560 e il 1680 e rappresenta un’importante testimonianza del potere marittimo e militare di Venezia, nonché delle sue influenze culturali e architettoniche nel Mediterraneo. Al di fuori del Montenegro, la lista include Bergamo, Peschiera del Garda e Palmanova in Italia e Zara e Sebenico in Croazia.
Qui però la protagonista assoluta è ancora una volta Cattaro con le sue fortificazioni. La città, insieme a tutta la regione, circostante appartennero alla Repubblica di Venezia per oltre 300 anni, dal 1420 al 1797, non stupisce quindi questa occupazione si rifletta ancora oggi nell’architettura; in particolare, è la sua possente cinta muraria ad attirare decine di migliaia di visitatori ogni anno. Essere uno dei più importanti porti del Mediterraneo la rendeva preda perfetta per i nemici, soprattutto Turchi e Pirati; per questa ragione, le mura (ancora oggi in gran parte percorribili) circondano completamente il centro storico della città, estendendosi per circa 4,5 chilometri. I loro numeri sono impressionanti: lo spessore varia da 1 a 5 metri, mentre possono raggiungere in alcuni punti fino a 20 metri di altezza. Le fortificazioni non consistono solo in una semplice muraglia, ma comprendono un sistema complesso di muri, torri, bastioni, porte e forti.
Questo sistema di difesa si estende dalla città fino alle vette circostanti (come scordarsi la fortezza di San Giovanni, aggrappata alla montagna a 280 metri sul livello del mare), dimostrando la pianificazione strategica degli ingegneri militari dell’epoca. L’aver costruito un gioiello difensivo al tempo si rifletté pesantemente nelle casse della Repubblica di Venezia, che accettò di prendere la città di Cattaro sotto la sua ala protettiva dopo averla rifiutata per ben 7 volte; ciò costò talmente tanto che a Venezia si usa ancora il modo di dire “Mi costi come i muri di Cattaro”. Sarà, ma è anche grazie a loro che Kotor è tappa imprescindibile in un viaggio itinerante in Montenegro.
Monumenti il lizza per future candidature:
- Nucleo storico di Cettigne – Cetinje (2010)
- Città vecchia di Antivari – Stari Bar (2010)
- Antica città di Doclea (2010)
- Parco nazionale Biogradska gora (2010)
- Città vecchia di Dulcigno – Ulcinj (2018)
- Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa – estensione (2018)