Molto del fascino insito nella Gran Bretagna viene dalle rovine secolari dei suoi monasteri.
E se le icone scozzesi già le conoscevo (una su tutti, l’abbazia di Holyrood), sono state (per una volta) le inglesi a lasciarmi senza fiato. Sicuramente alcuni dei ricordi indelebili di un viaggio, quello di Pasqua 2019, con molte luci ma anche diverse ombre.
La scelta di optare per il nord dell’Inghilterra era stata dettata anche e soprattutto da un monastero cistercense in rovina circondato da ettari ed ettari di verde: l’abbazia di Fountains con il Parco Reale di Studley.
Mi era bastato osservare di sfuggita pochi scatti usciti fuori digitando “cosa visitare nello Yorkshire” per rimanere di sasso. Possibile che un luogo simile esistesse davvero? C’era una foto in particolare, quella del chiostro, che ho sentito immediatamente il bisogno di voler scattare io stessa. Et voilà, una delle tappe era già decisa senza manco interpellare l’uomo di casa.
Fountains Abbey è stata all’altezza delle mie aspettative? Altroché. Le ha di gran lunga superate. A mesi di distanza, fatico ancora a credere di aver avuto la fortuna di visitare un luogo tanto incredibile. E cosa doveva essere secoli fa!!
Ma ora basta ciarlare, lasciate che vi mostri cos’ha di tanto speciale.
Breve storia dell’Abbazia di Fountains
L’abbazia di Fountains può fregiarsi del titolo di più grande complesso monastico in rovina d’Inghilterra, oltre ad essere uno tra i meglio conservati. La sua fondazione risale al 1132, quando un gruppo di 13 monaci benedettini, espulsi dalla chiesa di St. Mary di York, vengono presi sotto la protezione dell’arcivescovo della città, che li sistema nella valle del fiume Skell, vicino Ripon.
Il luogo prescelto è perfetto per la creazione di un nuovo monastero, a cui viene dato il nome di Fountains grazie alla ricchezza di sorgenti d’acqua della zona.
Dopo appena tre anni, i religiosi sono ammessi all’ordine cistercense, secondo le cui regole portano avanti la costruzione ed organizzano la loro piccola società. Fondamentale l’introduzione della figura dei “lay brothers“, che si occupano dei lavori manuali permettendo che i monaci potessero occuparsi quasi esclusivamente del lato spirituale. Allevamento, estrazione di minerali, produzione di lana, coltivazioni: è grazie a loro che l’abbazia riesce a prosperare nonostante mille problemi, come gli attacchi degli scozzesi ed una terribile pestilenza.
Tra alti e bassi si arriva al 1539, quando la dissoluzione dei monasteri voluta da Enrico VIII colpisce anche Fountains. L’abate, il priore ed i monaci sono allontanati, tesori ed oggetti di valore confiscati e l’edificio incendiato. Non passa molto tempo prima che le rovine ed il terreno (200Ha circa) siano venduti dalla corona ad un ricco mercante. La proprietà rimane nelle mani della famiglia Gresham per poche generazioni, fino ad essere rivenduta a Mr Stephen Proctor. A lui si deve la costruzione di Fountains Hall (1598-1604), un’imponente magione di campagna in stile elisabettiano, per la quale vengono utilizzate anche le pietre dell’abbazia.
Breve storia del Parco Reale di Studley
La “fusione” col confinante complesso di Studley avviene intorno al 1742, con l’acquisizione da parte di William Aislabie. William prosegue il lavoro del padre John, importante uomo politico e d’affari originario dello Yorkshire che, in seguito alla sua espulsione dal parlamento, si dedica anima e corpo ai giardini del parco di Studley. È lui di fatto a creare uno dei più importanti giardini acquatici georgiani dell’Inghilterra del ‘700, completato ed allargato poi dal figlio con splendidi punti panoramici, ponti, tempietti, un banchetto in stile palladiano, una torre ottagonale, laghetti, fontane e canali.
Dell’immensa proprietà fa parte anche la chiesa di Santa Maria, consacrata nel 1878 e costruita ai margini del Parco dei Cervi (Deer Park), dove vivono ancora oggi in completa libertà circa 500 esemplari. Nell’area attigua ai resti dell’abbazia si trova infine il mulino, l’unico mulino cistercense per la macinazione del granturco datato dodicesimo secolo ancora in piedi in tutta l’Inghilterra.
L’iscrizione al Patrimonio dell’umanita UNESCO
Nel 1983 i 273 ettari dell’intero complesso passano nelle mani del National Trust.
Appena 3 anni dopo, il sito entra a far parte del patrimonio mondiale UNESCO, rispettando a pieno due requisiti: essere “un capolavoro del genio creativo umano” e “un’eccezionale esempio di un tipo di edificio o complesso architettonico o tecnologico o paesaggio che illustra fasi significative della storia umana”. Non serve conoscerne la storia, basta camminare tra i resti dell’abbazia o seguire il corso dello Skell godendo delle mille sorprese che i giardini hanno da offrire per rendersi conto che il titolo è piu che dovuto.
La nostra visita all’abbazia e al parco, un’esperienza agrodolce
Come ho anticipato all’inizio, Fountains era una delle ragioni per cui avevamo scelto il nord dell’Inghilterra.
D’altra parte, che ci posso fare se il solo pensiero di immensi monasteri in rovina circondati da una natura incontaminata ha su di me un fascino quasi ossessivo? Mi parlano di storie antiche, di letteratura, del medioevo inglese, di architettura.
Fatto sta che il mio obiettivo erano le rovine, e su quelle mi sono focalizzata totalmente; raggiungendo il sito del tutto inconsapevole dell’immensità dei giardini e del parco. Così che il tempo che avevamo a nostra disposizione, che ve lo dico a fare, non è stato neanche lontanamente sufficiente.
Fountains Hall
E dire che già il primo impatto, anche lui “fuori programma”, mi aveva stordito: l’imponenza e la maestosità di Fountains Hall non è qualcosa che si vede tutti i giorni, nonostante sia possibile ammirarne solo alcune stanze. Durante la nostra visita (aprile 2019) ospitava una mostra dedicata a J. Barbour and Sons, una delle marche di abbigliamento inglesi più apprezzate a livello mondiale, oltre che fornitore ufficiale della famiglia reale. Ammetto che anche noi andiamo pazzi per le loro celebri giacche cerate, io in particolar modo da quando un certo Sam Heughan ne è diventato testimonial…
Fountains Mill
In compagnia di qualche fagiano, presenza davvero massiccia all’interno del parco, siamo passati al Fountains Mill, un mulino unico nel suo genere in Inghilterra. È stato davvero interessante poterne apprezzare i meccanismi, anche grazie ai diversi accessi di cui è dotato l’edificio e alla piccola mostra che narra passo passo un restauro abbastanza recente. Tutto bello, certo, ma come dargli l’attenzione che merita mentre gli incredibili resti dell’abbazia mi stavano chiamando poco piu in là?
Fountains Abbey
Non aspettatevi una descrizione fedele, perché non saprei da che parte farmi. È troppo surreale, troppo maestosa, troppo imponente, troppo tutto. Camminando tra le sue rovine, non ho potuto fare a meno di pensare a cosa dovesse essere Fountains Abbey nel XII secolo. Uno dei luoghi più mistici ed unici del continente, poco ma sicuro.
Con un Pavel molto meno entusiasta di me al seguito (che ci troverai di tanto bello), non riuscivo a fermarmi dal saltellare da una “stanza” all’altra e scattare a raffica, con la complicità di splendide distese di narcisi gialli a completare il quadretto. E il chiostro, il vero responsabile del primo innamoramento via Google, sono riuscita a “farlo mio” alla fine.
Porter’s Lodge
La mia fantasia ha spiccato ancora più il volo dopo aver visitato la Porter’s Lodge, una delle vecchie case poste agli antichi accessi. Al suo interno ospita un’esposizione permanente che spiega la storia dell’abbazia e della vita dei monaci, includendo anche un modellino in scala di come la proprietà appariva nel medioevo. Questi primi 4 edifici sono vicini tra di loro, ed arrivando dal West Gate si trovano quasi in successione. Il “problema”, almeno per noi, è venuto dopo. Perché tra la mia totale mancanza di preparazione, e l’incapacita di decifrare a modo le distanze sulla mappa, ci siamo letteralmente persi.
Parco reale di Studley
La meta successiva doveva essere il parco acquatico di Studley, ma abbiamo (ho) erroneamente imboccato un sentiero che portava verso l’area bambini per poi proseguire verso l’uscita. Deviazione questa che ci ha preso una ventina di minuti buoni. La distanza dall’abbazia al laghetto formato dal fiume Skell è discreta, ci sembrava di non arrivare mai a destinazione, e nonostante il panorama fosse splendido e regnasse la pace, i mugugni di Pavel sortivano l’effetto opposto. Senza contare che mi ero convinta che il parco dei cervi si trovasse tutto intorno le fontane ed i canali, mentre invece è un enorme spazio a sé ben oltre l’aerea più “artificiale”, se cosi possiamo definirla. Idem per la Chiesa di St. Mary, altra enorme mancanza.
Insomma, se l’abbazia me la sono veramente goduta, per il resto è stato un fiasco colossale. Avrei dovuto seguire il consiglio della nostra host, rimasta spiazzata dal fitto programma della giornata. Una che a Fountains ci va minimo una volta l’anno e ci passa una giornata a botta. Perché sì, probabilmente il lasso di tempo che occorre per godersi appieno abbazia e parco è dalla mattina alla sera. Peccato.
Abbazia di Fountains e Parco Reale di Studley: orari, costo ed altre informazioni pratiche
Chiudo con qualche informazione di carattere prettamente turistico.
Il costo per l’ingresso all’intera proprieta e di 16£ (metà prezzo per i bambini), o di 17,60£ se al costo del biglietto volete aggiungere il Gift Aid (donazione volontaria che permette al National Trust di riavere indietro l’importo dell’IVA, che poi sarà aggiunta ai fondi per la manutenzione).
Gli orari di apertura per i maggiori punti di interesse sono dalle 10 alle 17 in autunno/inverno, 10-18 in primavera/estate (il visitor center chiude un’ora prima), mentre il parco dei cervi è accessibile dalle 6 alle 18. Consiglio comunque di dare un’occhiata al calendario ufficiale presente sul sito del National Trust, soprattutto se interessati a visitare gli interni della Chiesa di St. Mary.
I parcheggi sono gratuiti in corrispondenza di ogni entrata, tranne che per il parco dei cervi (non vale per i possessori dei membri del National Trust). Vi consiglio di raggiungere Fountains in auto, ci sono degli autobus che collegano il sito a Ripon e York, ma dover badare all’orologio quando si visita un luogo simile non lo fa godere a pieno. Fidatevi di chi ci ha sbattuto il naso!