Se la Repubblica Ceca è, per “ammissione” stessa dell’ente del turismo nazionale, terra di storie, molte di queste passano attraverso il migliaio di castelli e palazzi disseminati per tutto il suo territorio. Sì, hai letto bene: migliaio. Un numero impressionate per un Paese piccolo, ma che può vantare una tra le densità più alte al mondo. Ed ok, non saranno tutti in ottima forma, ma posso assicurarti che anche le rovine hanno un fascino senza tempo, tanto che spesso i cechi le scelgono per gite fuori porta in mezzo alla natura.
Tale entusiasmo ha inevitabilmente coinvolto anche me nel corso degli anni (come dimenticare le passeggiate per i boschi della Boemia nord-occidentale per la visita di rito al hrad Pravda), pur rimanendo della convinzione che, trattandosi di castelli, l’occhio reclami la sua parte, e che sia la posizione a dover dare quel qualcosa in più. Pensa ai più visitati: Praga, Český Krumlov, Karlštejn dominano il centro abitato dall’alto della collina, e come loro tanti altri. La location più ovvia, scontata, ma tra le più scenografiche. Almeno finché non ho avuto modo di ammirare una meraviglia eretta ben sette secoli fa su una lingua di terra alla confluenza di due fiumi, anticamente una roccia a strapiombo su una rotta commerciale di primo piano ed oggi accarezzata dall’acqua e mimetizzata tra i boschi.
Siamo nella Boemia meridionale e lui, il protagonista indiscusso, è il castello di Zvíkov.
Il castello di Zvíkov: qualche cenno storico
Come già accennato, il castello di Zvíkov sorge in una posizione privilegiata nel cuore del bacino idrico di Orlík, alla confluenza dei fiumi Otava e Moldava, ovvero un’importante rotta commerciale medievale.
Quanto sia speciale è evidenziato dalla definizione che, a fine ‘800, coniò per lui lo storico August Sedláček: nientemeno che králem českých hradů, “il re dei castelli cechi”. Il motivo è presto detto: voluto da Přemysl Otakar I prima della sua morte avvenuta nel 1230, venne tra gli altri acquistato anche dal più amato dei sovrani boemi, Carlo IV, che qui custodì i gioielli della corona fino alla costruzione di Karlštejn. Soprattutto, nonostante molteplici tentativi nel corso dei secoli, il castello non fu MAI espugnato; né durante le guerre hussite, dove resistette agli attacchi per ben 4 mesi, né durante la guerra dei 30 anni.
Significativo del suo status è anche l’essere passato tra le mani delle più importanti famiglie nobiliari di Boemia (Rožmberk, Švanberk, Eggenberg, Schwarzenberg). Il suo aspetto attuale in stile rinascimentale lo deve agli Švanberk e ad una massiccia ristrutturazione datata circa 1640, ovvero quando il suo ruolo strategico apparteneva ormai al passato. Il colpo definitivo arrivò con l’acquisto da parte degli Schwarzenberg, che risiedevano stabilmente nel vicino castello di Orlík e che lì sbrigavano tutti i loro affati, compresi quelli amministrativi. Non c’era più posto per Zvíkov, che andò lentamente in rovina, tanto da venire utilizzato da fattoria prima e da granaio poi. Nel 1751 un terribile incendio ne devastò un’ampia porzione.
Sempre gli Schwarzenberg cominciarono la ricostruzione a partire dal 1880, ma con la diga di Orlík e il conseguente innalzamento del livello delle acque di ben 25 metri, perse la sua posizione inespugnabile sulla cima della roccia, diventando facilmente accessibile. Il castello rimase nelle loro mani fino al 1948, quando tutti i beni privati vennero confiscati dal nuovo regime; dal 1950 è di proprietà dello stato e nel 1978 è entrato a far parte dei monumenti culturali nazionali.
Zvíkov: la nostra visita
A differenza di gran parte dei castelli cechi più famosi, il castello di Zvíkov è accessibile in autonomia, senza guida.
La ragione è presto detta: al suo interno non è rimasto nulla ad eccezione di alcuni affreschi e di un piccolo trittico in legno nella cappella. Non è per grandi saloni arredati di tutto punto che lo si sceglie per una visita del resto. Sono una storia affascinante ed una posizione unica, nonostante l’acqua ormai arrivi alle sue porte, a spingere il visitatore tra le sue possenti mura medievali, alle quali si accede attraverso la Porta di Písek (Písecká brána); il ponte che attraversiamo oggi è un’aggiunta del 1777 e sorgeva su di un profondo fossato scavato nella roccia, ben sorvegliato dalla torre Hláska.
La parte più antica rimasta in piedi è un’altra torre, Hlízová věž o Markomanka, in stile gotico e risalente al 1230. Non è un caso che solo a lei, e non ad altre parti del castello, siano legate storie e leggende: ad esempio il nome Markomanka, che nasce dalla cattiva interpretazione di uno studioso che aveva individuato nei simboli presenti su alcune delle pietre delle rune marcomanne, dall’antica tribù germanica dei Marcomanni; niente di più sbagliato, ai tagliapietre dell’epoca semplicemente piaceva “firmarsi”. Al secondo piano, la torre avrebbe anche fatto da scrigno ai preziosi gioielli della corona di Carlo IV. Inoltre tra le sue mura, ancora oggi proprio come ai tempi della costruzione, si aggirerebbe un trickster, la figura folkloristica dell’imbroglione (rarášek in ceco), che si diverte ad infestare le sale durante la notte.
Restando nell’ambito dell’architettura gotica, o meglio gotica ceca, ciò che davvero mi ha lasciato a bocca aperta è la piccola cappella di San Venceslao, opera dei costruttori reali di Písek. Nonostante le dimensioni davvero contenute, i mosaici risalenti a fine XV secolo si sono conservati discretamente e rendono il luogo di culto un angolo davvero suggestivo. Anzi, un vero e proprio capolavoro, come spesso lo definiscono gli esperti.
Peccato, peccato davvero, non poter spiccare il volo per ammirarlo nel suo insieme dall’alto.
Le ragioni che rendono il castello di Zvíkov unico nel suo genere non finiscono certo qui. Noi lo abbiamo raggiunto in auto, ma è possibile sbarcare nel suo piccolo molo con un traghetto che lo collega al vicino castello di Orlík, anch’esso costruito sulle rive della Moldava e che si è visto stravolgere l’esistenza dalla costruzione dell’omonima diga. Un’accoppiata vincente capace di trasformare una giornata in terra boema in tuffo in un passato remoto ed affascinante.
Se il tempo stringe, è possibile passeggiare per i suoi cortili interni e su alcuni tratti delle mura senza dover acquistare il biglietto di ingresso, e godere ugualmente di una vista unica sui fiumi e sui boschi circostanti; non è la stessa cosa, ma permette comunque di avere un assaggio dell’atmosfera che si doveva respirare in pieno Medioevo. Peccato non essere riusciti ad assistere ad uno dei numerosi spettacoli che si tengono spesso nei suoi cortili nelle serate estive.
Zvíkov: informazioni pratiche per programmare una visita
Il castello di Zvíkov si trova nella Boemia settentrionale, 90km a sud di Praga ed appena 20km a nord della città di Písek.
Raggiungerlo con i mezzi dalla capitale è impresa ardua ma non impossibile grazie ad autobus che, con un solo cambio lungo il percorso, arrivano una manciata di volte al giorno al villaggio di Zvíkovské Podhradí. Viaggiando in auto, opzione più semplice, è possibile parcheggiare in uno spazio a pagamento non distante dall’ingresso al costo di 60czk (circa 2€, non poco per la zona).
Si capisce che Zvíkov è uno dei castelli più visitati della Repubblica Ceca anche dalla quantità di bancarelle disseminate lungo il breve tragitto, che per la maggior parte offrono giochi per bambini a tema medievale o ninnoli e souvenir di scarso valore.
Come accennavo nel paragrafo precedente, volendo si può unire la visita a quella del castello di Orlík grazie ad un traghetto che li collega due volte al giorno nei mesi estivi, ma solo nei fine settimana e nei giorni festivi. Il tragitto dura 50 minuti ed ha un costo di 200czk solo andata.
A proposito di prezzi, il biglietto intero che dà accesso al palazzo reale è di appena 120czk (4,50€), ma sono previste riduzioni per bambini, famiglie e pensionati.
Per quanto riguarda l’apertura, come per molti suoi simili le sue porte rimangono chiuse nei mesi invernali, mentre orari e giorni variano dalla primavera all’autunno. Per avere un quadro completo, ti consiglio di visitare il sito ufficiale del castello di Zvíkov, disponibile anche in inglese.
All’interno della cinta muraria si trova un bar con tanto di cortiletto che offre snack e cibi veloci tipici della migliore tradizione ceca, oltre ad un negozio di souvenir e prodotti artigianali.
Vale assolutamente la pena includere nell’itinerario alla scoperta della Boemia meridionale una puntatina a Zvíkov, se non per goderselo nella sua interezza anche solo per capire quanto i cechi amino i loro castelli. Sono parte della cultura nazionale, impregnata di voglia di scoperta e d’avventura senza forzatamente spingersi troppo lontani da casa. In fondo, viaggiare non è (anche) questo?
sono stato nella Repubblica Ceca diversi anni fa: Praga, Brno, Telc e tanti altri luoghi meravigliosi. Grazie per questo articolo e per le stupende immagini. Quanto prima vorrei rifare quel viaggio che mi ha dato tanto. Ho scoperto luoghi incantevoli
La Repubblica Ceca purtroppo è abbastanza sconosciuta al di fuori di Praga ed altre poche elette. Mi fa piacere trovare persone come te che l’hanno girata un po’ e che concordano sul suo essere assolutamente speciale. Anche solo per i castelli ci sarebbe da dedicarle non so quanto tempo, che purtroppo manca sempre. Ti auguro di tornarci il prima possibile e scoprirne un altro pezzettino 😀
invece tu pensa che io ci ho vissuto dalla rivoluzione di velluto nell 89 e fino al 1997 poi cause di forza maggiore non sono piu potuto ritornare …. ho lasciato il mio cuore li ed anche tanto altro grazie per cio che fai e la mia nostalgia che susciti
Salve ringrazio per il lavoro che fai tu Pensa che io ci ho vissuto in Repubblica Ceca e appena post rivoluzione di velluto avvenuta a novembre del 1989 fino a tardo 1997 poi cause di forza maggiore Sono dovuto rientrare in casa e poi la vita è andata un po’ così c’ho lasciato il cuore oggi a 55 anni e Ritornerei senza pensarci un attimo a vivere a praga la Repubblica Ceca il l ho giratta tutta tutta tutta ho imparato il cieco insegnavo l’italiano ai ciechi Ho avuto due ristoranti avevo comprato anche 20 appartamenti ora Non c’è di che c’ho lasciato tutto insieme al mio cuore e alla mia immensa nostalghia
Salve Marco, e benvenuto sul mio blog. Mi fa piacere che i miei articoli abbiano in qualche modo risvegliato dei vecchi ricordi, sono stata per la prima volta a Praga nel 2000 e solo successivamente ne ho studiato la storia; quindi posso solo immaginare che tipo di Paese tu abbia vissuto, ogni tanto mi faccio raccontare di quel periodo dal mio compagno e dai suoi familiari. Spero che tu possa tornarci presto (auspico lo stesso per me!) e se è un tuo desiderio, perché no? Magari trasferirti di nuovo! Dobrou noc 😀