Il primo impatto con Novi Sad mi ha spiazzata.
È vero, non è che conoscessi chissà quanto la Serbia, il nostro solo contatto fino a quel momento era stato un misero fine settimana a Belgrado. Quella capitale che avevo amato alla follia, così diversa e così unica nei suoi enormi contrasti, mi aveva ricordato quanto la bellezza sia un concetto soggettivo. Ed inconsciamente, lo stesso concetto l’ho esteso ad ognuna delle città serbe, luoghi ancora astratti di cui riconoscevo i nomi e poco più. Direi che me la sono cercata.
Non è che non sapessi che l’attuale Vojvodina era stata protagonista di una storia parallela rispetto al resto del territorio, con ungheresi ed austriaci a farla da padroni per secoli. Eppure, sul momento non ho potuto fare a meno di sentirmi come fuori posto tra quei palazzi eleganti, le slanciate torri neogotiche, i mosaici ed i colori tenui. Siamo a Novi Sad, davvero? O abbiamo sbagliato strada e siamo finiti a Vienna, Budapest, Praga forse?
Giudicare il libro dalla copertina non è mai una buona strategia, infatti non c’è voluto troppo perché quello “spirito serbo” che all’inizio mi era mancato si manifestasse. Soprattutto a tavola, dove sennò. Al mercato cittadino, nei panifici aperti a tutte le ore del giorno (e quasi della notte), nella socievolezza di persone che spesso ci scambiavano per gente del posto.
Tuttavia, mentirei se dicessi che Novi Sad mi ha conquistata al 100%. Non è certo colpa sua. Semplicemente, ero io che stavo cercando altro, e che per entrare nell’ottica di ciò che avevo trovato (una bellezza stavolta sì, classica e senza tempo) ci ho messo forse un po’ più del dovuto. Questo per concludere che non dovresti dare retta ai miei deliri, perché nell’organizzare un viaggio in Serbia, Novi Sad è senza dubbio una delle tappe imperdibili. La sua importanza storica e (multi)culturale è innegabile, come dimostra l’investitura a Capitale Europea della Cultura 2021 con Timișoara ed Eleusi. Si può imparare tanto anche solo in una giornata, a grandi linee sufficiente per scoprire i principali punti di interesse girando a piedi. Vediamo insieme quali sono?
Novi Sad, cosa vedere in un giorno
La fortezza di Petrovaradino
Sulla riva destra del Danubio, dall’alto di una collina a picco sul fiume, sorge la fortezza di Petrovaradino (Petrovaradinska tvrđava in serbo).
Petrovaradin è una delle due municipalità in cui è divisa Novi Sad, ed è di fatto il nucleo originario della città.
La fondazione di una cittadella la si deve ai romani, che qui nel I secolo costruiscono un rudimentale sistema difensivo per rafforzare i confini lungo il Danubio; ingrandita dai bizantini, tra i suoi resti si stabiliscono nel 1235 i monaci cistercensi portati dalla Francia dal monarca ungherese Bela IV, e latrasformano in un monastero/roccaforte fino alla conquista turca del 1526. Le guerre tra austriaci e turchi si fanno sempre più frequenti, finché non si arriva alla definitiva vittoria dei primi proprio tra le mura di Petrovaradino nel 1716. Da quel momento, gli ottomani non rappresentano più un pericolo per il centro Europa.
La fortezza che possiamo ammirare oggi non è tutta opera degli austriaci, che pure hanno apportato sostanziali migliorie tra il XVII ed il XVIII secolo (incluso il sistema di cunicoli sotterranei lungo ben 16km), ma è il risultato delle varie fasi della sua storia. A spiccare è la torre dell’orologio (Ludvigova Kapija, che a me ha ricordato moltissimo la Torre dell’Orologio di Graz), simbolo di Novi Sad e dalla particolarità di avere le lancette delle ore più lunghe di quelle dei minuti: in questo modo, i pescatori del Danubio potevano vederle anche da lontano.
L’orologio non è la sola attrazione per spingersi fino lassù, perché sono davvero tante le ragioni per cui la fortezza di Petrovaradino è il punto di interesse principale della città. La piacevolissima passeggiata per raggiungerla, tra basse casette dai colori pastello e scalinate panoramiche; la vista dall’alto sui tetti rossi del quartiere, sul Danubio ed i suoi ponti (ricostruiti dopo la guerra del 1999), fino ad abbracciare con la vista l’attuale centro; le decine di atelier di artisti locali, che occupano edifici e casematte, inclusa una galleria con esposizioni permanenti e temporanee; un’altra passeggiata, stavolta tutto intorno al perimetro, per apprezzare in dettaglio l’impressionante fortificazione ancora oggi ben visibile; godersi il tramonto sul Danubio dalle mura, magari mentre si sorseggia un caffè.
Se poi si ha la fortuna di capitare da queste parti a luglio, c’è l’EXIT Festival.
Nato grazie al movimento studentesco nel 2000 (non dimentichiamoci che Novi Sad è un’importante città universitaria) per rivendicare democrazia e libertà, dopo la prima edizione si è trasferito tra le mura di Petrovaradino, e col passare degli anni è diventato uno dei festival musicali estivi più importanti d’Europa. Basti pensare che ad esibirsi ci sono stati artisti del calibro di Massive Attack, Garbage, The Cardigans, David Guetta, Bob Sinclair, Beastie Boys, Missy Eliot, Sex Pistols, The Prodigy, Placebo e moltissimi altri.
La città vecchia
Attraversando il Varadinski Most, dal quale si ha una bellissima vista d’insieme sulla fortezza di Petrovaradino, si approda nello Stari Grad, la città vecchia.
Ti consiglio di percorrere un tratto di Bulevar Mihajla Pupina, che tra i palazzi moderni del lato sud ospita anche quello della Banovina (sede del consiglio esecutivo della Provincia Autonoma della Vojvodina), per poi dedicarti ad una passeggiata per il Dunavski Park, uno degli amatissimi polmoni verdi di Novi Sad. A nord del parco si trova il maestoso edificio che ospita il Museo della Vojvodina, tra i musei più grandi della Serbia, dove troverai addirittura la ricostruzione di una delle strade cittadine all’inizio del XX secolo.
Dopo essersi lasciati sulla destra l’Archivio della Vojvodina, si arriva velocemente in Piazza della Repubblica (Trg Republike); a catturare l’attenzione a qualsiasi ora del giorno e della notte dovrebbe essere la possente statua di Pietro I Karađorđević, ma solo se non siamo in orario di mercato, che altrimenti…
Non c’è modo di sfuggire agli odori, ai colori e ai suoni della Riblja pijaca. Letteralmente “mercato del pesce”, in realtà offre frutta, verdura, carne, formaggi, frutta secca, pane e derivati, così come prodotti per la pulizia della casa e molto molto altro. Prezzi davvero onestissimi ed un’esperienza tra le più autentiche che potresti fare.
La Gimnazijska conduce al cuore della città vecchia di Novi Sad, che si sviluppa principalmente lungo il viale Zmaj Jovina. Il Palazzo Vescovile (Vladičanski dvor), in stile serbo-bizantino (e tristemente in fase di ristrutturazione durante la nostra visita), è tra gli edifici più belli della città, e rappresenta una sorta di spartiacque.
Come nascosta alle sue spalle, col solo campanile a fare da “spia”, la Cattedrale di San Giorgio (Saborni hram Svetog velikomučenika Georgija), sontuoso punto di ritrovo della comunità ortodossa locale; tutta la via, Nikole Pašića, è molto pittoresca e regala dei begli scorci, oltre ad ospitare la Matica Srpska, la più antica istituzione scentifico-culturale della Serbia.
Imboccare la strada alla destra del Palazzo Vescovile, la Dunaska, regala esperienze diverse a seconda dell’ora. Durante il giorno, si può fare shopping o fermarsi per un caffè o un gelato; la sera, soprattutto nel fine settimana, è uno dei centri della movimentatissima vita notturna cittadina. La popolazione giovane e il grande fermento culturale danno davvero l’impressione che Novi Sad non dorma mai, e probabilmente è proprio così!
Dalla Dunaska si diramano molteplici stretti passaggi e gallerie commerciali, che rendono l’intera città vecchia ancora più interessante al di là dell’architettura in perfetto stile austro-ungarico. Fermarsi per una birra in uno dei moltissimi pub, o ad ammirare le vetrine di negozietti anche molto ricercati, è un’esperienza da non perdere.
All’imbocco di Zmaj Jovina, proprio davanti al Palazzo Vescovile, come ad indicare la direzione da prendere c’è la statua del poeta e medico serbo Jovan Jovanović Zmaj. Lungo il viale si susseguono pasticcerie e locali alla moda, intervallati da negozi di marche soprattutto internazionali, quindi non stupisce che dall’ora di pranzo in poi sia sempre piuttosto affollato. A vivacizzare l’atmosfera, moltissimi stand dall’aria vintage che sfornano pop corn (kokice in serbo) dalla mattina alla sera, insieme a venditori di zucchero filato e castagne, se si capita nella stagione giusta ovviamente.
Dopo una breve ma piacevolissima passeggiata, si approda nel cuore pulsante della città, Piazza della Repubblica (Trg Slobode).
A catturare l’attenzione già da lontano è l’imponente campanile della Chiesa nel nome di Maria (Crkva imena Marijinog), fulcro della comunità cattolica. Costruita tra il 1892 ed il 1894, col suo stile neogotico ed il tetto ricoperto di maioliche in ceramica è in perfetto stile austro-ungarico; a me ha ricordato subito la cattedrale di Santo Stefano di Vienna. Dalla parte diametralmente opposta, il palazzo del Municipio, in stile neorinascimentale.
Tra gli edifici di spicco della piazza, rientrano la sede della Banca della Vojvodina e quello subito di fianco, che una volta ospitava la prima cassa di risparmio di Novi Sad, riconoscibile dalla figura di un uomo di ferro incastonata nella parte alta.
Tra le istituzioni di carattere culturale, oltre all’università c’è il teatro più antico della Serbia, Srpsko narodno pozorište, anche se ciò che possiamo ammirare oggi è il risultato di una ricostruzione datata 1981. Poche centinaia di metri più avanti, lungo il viale Jevrejska, come a ribadire la carica di città multiculturale, c’è l’antica sinagoga (Novosadska sinagoga), utilizzata per concerti ed eventi di vario genere grazie ad un’acustica eccellente.
Novi Sad e la street art
Tra gli aspetti che più ho apprezzato di Novi Sad c’è la street art, frutto dell’evidente fervore culturale e giovanile di cui è impregnata la città.
Avevo fatto una ricerca prima della partenza con l’aiuto di Instagram, che aveva individuato diverse opere degne di nota purtroppo fuori dal centro. Fortuna che, in mancanza di tempo per andarle a cercare, sono comunque riuscita a togliermi qualche soddisfazione. No, non come con la street art di Belgrado, ma non posso lamentarmi. Ti consiglio di esplorare la zona del lungofiume (Beogradski kej), il segmento del Boulevard Mihajla Pupina che si estende verso il Varadiski Most, la città vecchia (Gimnazijska in particolare) e le strade intorno all’antica sinagoga.
Dove mangiare a Novi Sad
Siamo arrivati a Novi Sad in un tiepido sabato pomeriggio autunnale. Vista la quasi totale assenza di turisti causa Covid-19, avevamo dato per scontato che non sarebbe stato difficile trovare un tavolo per due dove godersi una cena a base di piatti locali. Ci eravamo però dimenticati di quanto i serbi amino riversarsi nei locali di qualsiasi tipo e stare a chiacchiere per ore ed ore. Morale della favola? Se ti trovi a Novi Sad nel fine settimana, prenota il ristorante!!! Abbiamo girato come dei pazzi, e mi è dispiaciuto davvero tanto non essere riuscita a mangiare alla Kafana Sokače, di cui avevo letto un gran bene.
Durante la ricerca disperata, avevamo individuato una sola osteria mezza vuota (e dall’aria all’apparenza triste). Eravamo diffidenti, lo ammetto, ma lo stomaco non ci ha lasciato troppa scelta. Come dicevo prima, mai giudicare il libro dalla copertina, perché non avremmo potuto sperare in una cena migliore. Tralasciando il dettaglio della birra ceca alla spina, il Restoran Kafanica è il posto ideale dove passare una bella serata. Cucina tipica, porzioni enormi, prezzi davvero onesti, padrone di casa super accogliente. Ci siamo divisi un antipasto misto a base di formaggio, prosciutto e salame (kulen, ottimo) locali, seguito dal prebranac, fagioli al forno con salsicce. Tre birre medie e rakija offerta dal proprietario, più la mancia (che bisognerebbe lasciare sempre se si è soddisfatti, un 10-15% va bene), abbiamo speso un totale di 3000 dinari, 25€.
Per la cena della domenica abbiamo preferito prenotare, stavolta seguendo il consiglio di un amico che abita a Belgrado e che era stato a Novi Sad pochi mesi prima. Veliki Cafe Restaurant è un locale di certo più raffinato, piuttosto nuovo, dal taglio internazionale (pasta nel menù), dove si dà importanza sia all’ambiente che all’impiattamento. Ci siamo lasciati un po’ prendere la mano, affascinati dalla proposta e dai cibi davvero invitanti, ordinando polpette fritte di Banat (carne di maiale) con patate (io) e formaggio di capra fritto con verdure grigliate (Pavel), più gli immancabili peperoni arrosto. Porzioni anche qui immense, e per fortuna si sono dimenticati di segnare l’antipasto, o saremmo ancora lì a cercare di finirlo. A completare il tutto 2 birre medie ed 1 rakija alla mela cotogna. Spesa? La stessa della sera prima, 3000RSD.
Per la colazione ed il pranzo, se come noi vuoi optare per qualcosa di veloce ed economico, ti consiglio di infilarti in una delle tantissime panerie/pasticcerie. Le panerie sono una manna dal cielo, sfornano burek e pita freschi tutto il giorno, e con una spesa ridicola (1€ a testa ad esagerare) si mangia da re. Per assaggiare una delle torte per cui i Paesi dei Balcani sono rinomati, spendendo qualcosa in più, Šeherezada (proprio all’imbocco di Zmaj Jovina) è un’ottima scelta. L’enorme fetta di krempita che ci siamo pappati sarebbe valsa da sola la visita di Novi Sad!
Dove dormire a Novi Sad
Viaggiando in auto, una delle caratteristiche imprescindibili del nostro alloggio doveva essere un parcheggio privato. L’abbiamo trovato abbinato ad un appartamento ad una decina di minuti a piedi dal centro, in una zona tranquilla e allo stesso tempo abbastanza vivace, come da concerto tenuto praticamente per strada il sabato sera.
Modern Naive Downtown with free private garage, così recita il nome dell’appartamento prenotato su Booking.com. Sorge in un palazzo moderno incastonato tra altri più datati, in completo contrasto con un garage che sembra uscito da un film dell’orrore; locato sotto ad un altro edificio, si trova nella galleria parallela alla principale, senza luci funzionanti nei paraggi. Tranne un primo momento di smarrimento, si è rivelata davvero la sistemazione ideale, in quanto abbiamo chiuso l’auto nel box privato, completamente al sicuro, e non l’abbiamo toccata fino alla partenza.
L’appartamento è al terzo piano, raggiungibile con l’ascensore. È nuovissimo e dotato di tutti i comfort e gli accessori, soprattutto se si vuole cucinare, lavarsi i vestiti o stirare. A noi è piaciuto molto l’arredamento in stile moderno, ci siamo sentiti proprio come a casa. Il prezzo poi, davvero irrisorio: 53€ in totale per due notti.
Che voglia di tornare in Serbia!!!!!!
Brava, Celeste! 🙂
Tantissima voglia anch’io, appena sarà possibile vogliamo dedicarci alla parte sud!
E grazie mille del commento Velia 😀