Il mio primo “incontro” con David Černý risale al 2000, anno in cui visitai per la prima volta Praga insieme ai miei genitori. L’hotel che avevamo prenotato in agenzia si trovava nel quartiere di Žižkov, lungo la Seifertova, ed una delle sue caratteristiche era il ritrovarsi costantemente davanti agli occhi l’imponente siluette della torre della televisione. Ne ammiravo il pezzettone che faceva capolino da dietro le facciate degli oggi eleganti, allora scrostati, palazzi giallastri che si susseguivano lungo la salita mentre aspettavamo il tram che ci avrebbe portato in centro. La sentivo già come una sorta di porto sicuro quella torre, unico edificio visibile da quasi ogni angolo della Città Vecchia e grazie a cui potevo individuare la nostra casa praghese in qualsiasi momento, o almeno così mi piaceva pensare.
Non fu però lo stile “che non c’azzecca un accidente con Praga” ad affascinarmi, o non solo quello. Perché all’enorme torre erano attaccate delle altrettanto enormi figure di bambini senza volto che gattonavano sulla sua superficie. Lessi solo molto dopo che uno dei loro scopi era quello di rendere più affabile un’opera architettonica inaugurata 8 anni prima e bollata un po’ ovunque come tra le più brutte al mondo. Alla faccia. La me quindicenne di certo non li aveva trovati né carini né affabili, ma solo tanto tanto inquietanti. Senza saperlo, ero stata travolta dal genio e dall’irriverenza di uno degli scultori ed artisti cechi contemporanei più discussi, David Černý.
Chi è David Černý e perché fa tanto discutere
David Černý è così conosciuto, chiacchierato e pure ferocemente criticato per le sue opere mai banali, che hanno sempre lo scopo di incuriosire e provocare/scandalizzare/turbare lo spettatore. La sua è una perenne e forte critica a stereotipi e sistema (politico soprattutto) espressa a 360° e spesso sbattuta su un palcoscenico d’eccellenza: gli spazi pubblici della sua Praga.
Il suo nome sale alla ribalta per la prima volta nel 1991, quando con un amico dipinge di rosa confetto il carro armato sovietico n.23 di Piazza Kinský (Náměstí Kinských), allora monumento nazionale e simbolo della liberazione dal nazismo della Cecoslovacchia da parte dell’Armata Rossa. Inutile dire che dopo la Rivoluzione di Velluto il significato che assunse fu tutt’altro, ed è questa la ragione per cui l’artista lo “trasforma”, dissacrandone il ruolo, nel Růžový tank (carro armato rosa), guadagnandosi anche un breve arresto per direttissima. Dopo varie avventure, il carro armato finalmente trova la sua sistemazione definitiva all’interno del museo militare di Lešany, ed oggi in Piazza Kinský si può ammirare un altro tank che viene come inghiottito dalla terra e del quale emerge solo la parte posteriore (per la cronaca, da marzo 2022 dipinta di giallo e blu a sostegno dell’Ucraina).
E come dimenticare, nel 2009, Entropa, opera commissionata dal governo della Repubblica Ceca per inaugurare il semestre a capo della presidenza del consiglio EU? Inventandosi l’apporto di altri 27 artisti, uno per ogni Paese membro, crea una spregiudicata rappresentazione degli stereotipi di ognuno di essi: l’Italia è un campo da calcio con giocatori che si masturbano, la Polonia è un campo di patate popolato da preti che sventolano la bandiera arcobaleno, la Bulgaria è una serie di bagni alla turca collegati tra loro da luci al neon, il Regno Unito è uno spazio vuoto (pure visionario, il buon Černý).
O ancora, nel 2013, l’enorme dito medio viola galleggiante nel bel mezzo della Moldava diretto verso il castello, sede del Presidente della Repubblica, a pochi giorni dalle elezioni politiche? Non si venga a dire che l’arte, la sua almeno, è noiosa!!
Le sculture e le opere di Černý nel centro di Praga
Ad oggi, sono ben 23 le opere di David Černý che si possono ammirare per le strade della capitale ceca, numero provvisorio visto che c’è sempre qualcosa che bolle in pentola. 10 di loro si dividono tra Città Vecchia, Città Nuova e Piccolo Quartiere, rendendo piuttosto facile il compito a coloro che vogliono vedere Praga da un’altra prospettiva cercando di fare proprio il punto di vista dell’artista, scoprire una Praga alternativa. Sul sito David Černý Tour by Black n’ Arch, studio di architettura che collabora con l’artista, c’è la lista completa e costantemente aggiornata, che un giorno spero di poter proporre anche qui sul mio blog.
Piccolo Quartiere (Malá Strana)
Quo Vadis (1990)
La primissima scultura di Černý rappresenta una Trabant, auto prodotta nella Germania dell’Est, alla quale l’artista aggiunge 4 gambe. Il suo vuole essere un omaggio ai 4000 tedeschi che nel 1989, prima della caduta del Muro di Berlino, occuparono il giardino dell’ambasciata della Repubblica Federale Tedesca di Praga per ottenere asilo politico lasciando forzatamente indietro le loro macchine, che spesso erano appunto Trabant. L’opera originale è a Lipsia, a Praga si trova il calco in plastica che dal 2001 è custodito proprio in quello stesso giardino, per questo per riuscire a vederla ci vuole qualche accortezza (tralascerò quante volte sono passata di lì sperando di riuscire ad accedere).
Dove si trova Quo Vadis e come fare per vederla: Velvyslanectví SRN – Vlašská 19
Purtroppo entrare all’interno dell’Ambasciata della Germania non è un’opzione, come io stupidamente credevo. Per ammirare la Trabant su gambe bisogna percorrere la Vlašská finché sulla sinistra non si trova un parco giochi per bambini (dětské hřiště Vlašská su Google Maps, davanti c’è l’ingresso di un ospedale); dall’inferriata che ne delimita il lato sinistro si può sbirciare all’interno dei giardini e vedere la statua.
Miminka (2008)
Gli inquietanti Babies (Miminka) di Černý che si arrampicano sulla torre di Žižkov non sono gli unici che circolano per Praga. Dal 2008 tre di loro gattonano sull’isola di Kampa ad uso e consumo dei visitatori, che non solo possono scattarsi gloriose foto in loro compagnia (la posa più gettonata è a cavallo), ma possono ammirare le loro faccine mutanti con un mega codice a barre al posto di occhi, naso e bocca. Questo, pare, per simboleggiare la dipendenza dalla tecnologia che colpisce ad un’età sempre più giovane. Sono, siamo, il risultato di uno spaventoso sviluppo tecnologico.
Dove si trovano: U Sovových mlýnů 503/2
A differenza di Quo Vadis, è quasi impossibile non notarli. I tre Babies di bronzo sono a Kampa, proprio di fianco all’elegante palazzo del Muzeum Kampa (museo di arte moderna) e a pochi metri dal lungofiume da cui si possono ammirare gli Yellow Penguins, una divertente fila di pinguini gialli.
Proudy (2004)
La seconda opera di David Černý con la quale mi sono “scontrata” è forse quella che più di tutte incuriosce lo spettatore, anche se diversi aspetti non sono decifrabili ad un primo impatto. Sto parlando di Proudy, che tradotto letteralmente significa “flussi”, ovvero la statua di due figure maschili nude che muovono contemporaneamente bacino e pene facendo ininterrottamente la pipì. Il laghetto in cui i loro piedi sono immersi ha la forma della Repubblica Ceca, altra punzecchiatura non troppo velata ai politici locali. Attenzione però, che non stanno mica urinando a caso: per mezzo dei loro flussi, le fontane scrivono frasi di autori legati a Praga, o in alternativa tutto ciò che i visitatori inviano tramite messaggio al numero riportato accanto all’opera (che per la cronaca è +420 724 370 770). Non è che stanno urinando a caso insomma!
Dove si trova Proudy, o The Piss Sculpure: dvůr Hergetovy cihelny, Cihelná 2b
La fontana si trova nel cortile all’ingresso del Museo di Franz Kafka, celeberrimo scrittore ceco di lingua tedesca.
Città Vecchia (Staré Město)
Embryo (2008)
A pochi metri dalla Moldava e dall’affollata Smetanovo nábřeží, incastonato nella gronda del teatro Na zábradlí si trova un grosso embrione dal colore arancio che di notte si illumina, lasciando intravedere i contorni sfocati di un feto. In realtà David Černý lascia allo spettatore la libera interpretazione di un’opera creata per celebrare i 50 anni dall’apertura del teatro e che, piuttosto soprendentemente, dopo l’inaugurazione non ricevette l’attenzione sperata. Così la direttrice, scaltra tanto quanto lo scultore, si inventò con la collaborazione di qualche collega che l’embrione turbava alcuni membri dello staff e che andava coperta; versione rinforzata da una lettera di scuse, altrettanto false, dello stesso artista. Bè, missione compiuta. Dopo “l’azione collettiva”, tra l’altro quasi in contemporanea con lo scandalo di Entropa, l’opera ha riscosso un certo interesse.
Dove si trova Embryo: Divadlo Na zábradlí, Anenské náměstí
L’embrione si trova sul lato nord del Divadlo Na zábradlí, sull’angolo dell’edificio che si affaccia sulla piccola Anenské náměstí.
Pamětní deska Václava Havla (2012)
Le mura del teatro Na zábradlí sono state scelte da Černý per esporre un’altra sua opera appena 4 anni dopo Embryo. Per una volta la sua non è una provocazione, ma un omaggio ad uno dei grandi e più amati personaggi della storia ceca, nonché primo presidente della libera Cecoslovacchia (e tra i principali fautori della Rivoluzione di Velluto): Václav Havel. Tra le altre mille cose, Havel infatti lavorò proprio a Na zábradlí come macchinista, attore, drammaturgo, commediografo e pure segretario. La placca rappresenta una scrivania sulla quale sono appoggiati un posacenere con dei mozziconi, due bicchieri, una penna che al posto della gomma ha un busto in miniatura dello stesso Havel, ed un foglio sul quale sono elencati i che ha ricoperto per il teatro e per la sua patria.
Dove si trova la “scrivania” di Havel: Anenské náměstí 209/5
la scultura è affissa proprio accanto all’ingresso principale del Divadlo Na zábradlí.
Viselec (1996)
C’è una ragione per cui ripeto spesso e volentieri che a Praga bisognerebbe passeggiare col naso all’insù: si rischia di perdersi anche opere d’arte come “l’uomo appeso” di Černý! La statua raffigura un uomo che con una mano è appunto appeso ad un bastone che fuoriesce da un cornicione, mentre l’altra mano se la tiene in tasca. Benché si trovi ad un’altezza di 20 metri, zoomando con lo smartphone o la macchina fotografica la sua faccia diventa piuttosto riconoscibile. Si tratta di Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, che tra parentesi nacque a Příbor, oggi Cechia ed allora Impero austro-ungarico. Perché proprio Freud? Černý ha spiegato che la statua è stata pensata e creata con in testa il nuovo millennio e l’incertezza ad esso legata, per questo voleva rappresentare uno dei simboli dell’intellettualismo del XX secolo. Allo stesso tempo, si vuole anche stimolare una riflessione sulle possibilità del processo decisionale: ognuno di noi può controllare il proprio destino, proprio come sta facendo il Freud davanti a noi.
Viselec ha girato il mondo, facendo scalpore per ragioni diverse rispetto ai suoi “fratelli”: in Michigan ed in Corea del Sud gli spettatori l’hanno scambiato per possibile suicida, facendo intervenire pompieri e personale d’emergenza.
Dove si trova Viselec: Husova ulice.
L’uomo appeso si trova lungo la Husova, vicolo di solito piuttosto affollato nel cuore della Città Vecchia a pochi passi dalla Cappella di Betlemme.
Città Nuova (Nové Město)
Tři ženy na domě
Ammetto di non aver mai sentito parlare delle “tre donne su una casa” nonostante la loro posizione centralissima, a pochi metri da via Národní e dal Teatro Nazionale. In questo specifico caso, a David Černý era stato richiesto di adornare la facciata del Palazzo Deym, monumento culturale protetto della Repubblica Ceca e risultato dell’unione di tre case medievali risalenti al XIV secolo. Lui l’ha fatto a modo suo: ognuna delle tre figure femminili, rigorosamente nude e dai volti astratti (sembrano quasi conchiglie), è occupata in un’attività diversa e piuttosto inusuale.
Dove ammirare Tři ženy na domě: Voršilská 130/10.
Il Palazzo Deym si trova lungo via Voršilská, traversa della ben più conosciuta Národní.
Franz Kafka “K” (2014)
Tra i luoghi più instagrammabili di Praga e tra le opere più fotografate di Černý, c’è sicuramente la gigantesca testa ruotante di Franz Kafka. La scultura, connubio perfetto tra arte cinetica e tecnologia, è alta 11 metri e composta da 42 pannelli rotanti in acciaio inossidabile, mossi da 21 moduli motorizzati collegati tra loro da “appena” un chilometro di fili. I pannelli ruotano in maniera indipendente gli uni dagli altri e vanno occasionalmente a raffigurare il volto del famoso scrittore, in una continua Metamorfosi. Questa astrazione può voler rappresentare l’avulsione dalla realtà presente in molti degli scritti di Kafka, ma anche il suo animo in costante subbuglio.
Černý si è ispirato ad una sua precedente opera, Metalmorphosis, in cui la testa ruotante di un uomo sputa acqua all’interno della piscina in cui è immersa.
Dove si trova la testa ruotante di Franz Kafka e quando è accesa: Quadrio, Spálená 2121/22.
L’opera è stata inaugurata nel 2014 in concomitanza con l’apertura del centro commerciale Quadrio, in seguito alla riqualificazione di Národní třída. Per ammirarla, basta cercare lo Starbucks! Le sue vetrine si affacciano sullo spazio esterno dov’è esposta. Tuttavia bisogna fare attenzione ad un particolare: la testa non è in moto perpetuo, ma entra in azione una volta l’ora, ad ogni scoccare dell’ora, e rimane in movimento per 15 minuti.
Butterfly Effect (2024)
La riqualificazione di Národní třída, andata avanti per un decennio, vedrà chiudere il cantiere a fine giugno 2024 con la riapertura di uno dei centri commerciali storicamente più iconici di Praga, ovvero Obchodní dům Máj. Le linee dritte, le vetrate, il logo, tutto dell’involucro esterno dell’edificio è rimasto fedelissimo al passato ed appena ritoccato da una pennellata di modernità. Finché non ci ha messo lo zampino il buon Černý con la sua opera al momento più recente, rinominata Butterfly Effect, trasformando la pennellata in un vortice di colore e movimento.
Quelle che a prima vista sembrano due farfalle giganti a strisce azzurre e viola sono in realtà degli aerei da caccia della seconda guerra mondiale ai quali sono state attaccate delle enormi ali che sbattono e di notte si illuminano. Lo scopo è quello di celebrare i piloti cecoslovacchi che combatterono con la British Royal Air Force contro le potenze dell’Asse, sottolineando come “un piccolo aereo da caccia con un pilota abile può accendere il fuoco di una battaglia che alla fine spazzerà via anche un grande aggressore“, proprio come nel Butterfly Effect il battito d’ali di una singola farfalla può scatenare una reazione di eventi che possono causare un uragano dalla parte opposta del globo. Non finiscono qui i simbolismi, come spesso succede con Černý: le ali rappresentano la pace e sono attaccate allo Spitfire che al contrario rappresenta la guerra, per mostrare quanto sia sottile la linea che divide le due.
Dove ammirare Butterfly Effect: Národní 63/26.
Le due farfalle giganti decorano i due lati esterni di Máj, è impossibile non notarle. Affrettati però: a quanto pare l’installazione è temporanea e verrà rimossa dopo il primo anno. Chissà però che non gli tocchi la stessa sorte dei Miminka sulla Torre della TV…
Svatý Václav (1999)
A pochi passi da una delle piazze più iconiche di Praga, Piazza Venceslao, si trova uno degli edifici più prestigiosi della città, Palác Lucerna. Il suo è uno spazio polifunzionale che nella galleria interna custodisce un’altra opera famosissima di David Černý, San Venceslao a cavallo. Solo che in questa reinterpretazione/parodia della statua equestre del santo patrono della Repubblica Ceca il cavallo è appeso per le zampe, con la lingua di fuori, morto stecchito, e l’eroico Václav è a cavalcioni sulla sua pancia. Di nuovo, l’artista vuole esporre il suo punto di vista sullo stato attuale del Paese, che per lui non è funzionale da tanti punti di vista, ma ormai è più facile comportarsi come se tutto fosse normale, come se niente fosse. Pare che la scultura, 470cm in altezza e 290 in lunghezza, rimarrà al suo posto nel Pasáž Lucerna fino a quando la monarchia costituzionale non sarà ripristinata nelle terre della Corona ceca; almeno questo dovrebbe essere l’accordo tra Černý ed la proprietaria del palazzo, Dagmar Havlová, cognata di Václav Havel.
Dove si trova San Venceslao “a cavallo”: Pasáž Lucerna, Štěpánská 61.
Palác Lucerna ha due ingressi, uno su via Štěpánská e l’altro su via Vodičkova, entrambe traverse di Piazza Venceslao. La statua è appesa di fronte all’ingresso del cinema, nella galleria. Dalla bellissima scalinata che conduce al ristorante si può godere di una vista d’insieme ancora migliore dell’opera.
Le sculture e le opere di Černý fuori dal centro di Praga
Pomník kapely Visací Zámek (2022)
Il “monumento” al gruppo punk Visací Zámek si trova in cima alla collina di Strahov, a pochi passi dallo Strahovský stadion, lo stadio più grande al mondo. Lo stadio con i suoi immediati dintorni rappresenta uno dei simboli dell’architettura brutalista della città, ed in tutto quel grigio e cemento di certo non passa inosservato un trattore rosa che sembra nel bel mezzo di un’impennata e che al posto di una ruota ha un gigantesco lucchetto. Visací Zámek in ceco significa appunto “lucchetto sospeso” ed è il nome dell’iconica band che, leggenda narra, si formò al chiosco “U Johna Debila“, che si trovava dove oggi svetta il trattore.
Dove trovare il monumento alla band: Vaníčkova ulice, Praha 6
L’inconfondibile profilo rosa del trattore si trova lungo la strada Vaníčkova, all’angolo con la Olympijská. Al suo cospetto, non solo la gigantesca costruzione dello stadio di Strahov, oggi centro sportivo dello Sparta Praga, ma anche il Kolej Strahov, serie di palazzine adibite a dormitori per studenti universitari.
Lilith (2022)
Tra le opere più grandi dell’artista si trova il sinuoso profilo nudo di Lilith, statua di donna fatta interamente in acciaio alta 24 metri che tra le sue braccia “regge” il moderno condominio Fragment. La sua figura è tutt’altro che statica però, in quanto dotata di meccanismo che le permette di girare la sua testa a 180°. Com’è facile immaginare, la scultura è stata oggetto di aspre critiche; i detrattori accusano Černý di sessismo, ma lui si difende replicando che ha voluto rappresentare la prima donna che sconfisse Adamo, e di conseguenza la forza e l’emancipazione femminile. Piccola curiosità: architettonicamente, la palazzina è supportata da altre due sculture giganti, una gamba e una mano, anch’esse opera di Černý.
Dove ammirare Lilith: Sokolovská, Praha 8
Inutile dire che Lilith non sia particolarmente difficile da individuare viste le dimensioni. La statua si trova vicino alla fermata della metro/bus/autobus di Invalidovna, all’incrocio tra la Sokolovská e Za Invalidovnou, nel vivacissimo quartiere di Karlín. Ci sono tantissime ragioni per visitarlo, è una zona di Praga che dopo le alluvioni del “nuovo millennio” è stata forzatamente ricostruita da capo a piedi e che diventata tra le più cool della città, tanto da essere considerata da molti il nuovo distretto gastronomico.
Musoleum (2023)
Era diventato quasi un paradosso che le strade di Praga continuassero da decenni a riempirsi delle più svariate opere di Černý, ma che di fatto lui non avesse un luogo tutto suo dove esporne altre. Questo almeno fino al 2023 con l’apertura del Musoleum, galleria che occupa i 5 piani dell’edificio monumentale protetto Varna, cuore dell’antica distilleria di Smíchov. Nell’ex area industriale praghese, lasciata in stato abbandono per una ventina d’anni ed ora rivitalizzata grazie all’iniziativa, l’artista mette in mostra alcune delle sculture più iconiche. Troviamo i “bambini” col codice a barre in faccia, la Trabant con le gambe, una copia di Entropa, una delle enormi e sbrilluccicanti dita medie a lui tanto care (questa dedicata al Cremlino e rivolta proprio verso Mosca), moltissime altre opere dalle più svariate dimensioni che toccano molteplici temi, spingendosi piuttosto in là fino al “vietato ai minori”.
Dove si trova il Musoleum di Černý: Nádražní 2, Praha 5-Smíchov
Bisogna spingersi nella zona sud del quartiere di Smíchov, fermata Lihovar, per visitare il Musoleum. Un miminko che gattona sulla parete esterna dell’edificio te lo farà riconoscere immediatamente. Dalla parte opposta della strada, al di là dei binari, si trova anche la MeetFactory, centro culturale che ospita un’altra sua famosa scultura (Maso).
Direi il miglior sito “privato” su Praga di tutto il web. Sono stato a Praga già cinque volte (per un totale di circa 20 giorni ma essendo venuto due volte con amici e parenti ho rivisto gli stessi posti per tre volte, rubando tempo al resto della città) e quest’anno spero ci possa essere la sesta: tocca a Vinorhady e mi piacerebbe rivedere il Parco Botanico a Troja, uno dei più belli che abbia visto.
Se posso permettermi una piccola domanda: gli sconti sui biglietti dei mezzi pubblici per gli over 65, vale anche per i turisti o solo per i residenti? E l’abbonamento 3 giorni? GRAZIE
Buonasera Guido, benvenuto sul mio blog.
Ci tengo ad esordire ringraziandoti per il bellissimo complimento, ci metto l’anima quando scrivo di Praga e della Repubblica Ceca, sono felice di condividere le mie esperienze e spero sempre che questo traspaia. Quindi grazie davvero! Sei piuttosto esperto di Praga anche te a quanto leggo, e con Vinohrady sfondi una porta aperta, è un quartiere davvero delizioso. Žižkov l’hai già girato? Sono una bellissima accoppiata. Al giardino botanico di Troja sono stata la bellezza di 17 anni quest’anno e non sono più tornata, l’avevo adorato così come adoro lo zoo.
Fammi pure tutte le domande che vuoi! Gli over 65 non pagano sui mezzi pubblici e non importa che siano residenti o meno, basta avere un documento che attesti l’età; di conseguenza anche l’abbonamento per 3 giorni è gratis. Puoi controllare tutte le tariffe qui:
https://www.dpp.cz/en/fares/fare-pricelist#prague-senior