Ogni qual volta sul blog parlo di Scozia, i post che ne escono sono tutti, indistintamente, super sentimentali.
Il che può anche andare bene, in fondo questa è “casa mia” e non una guida turistica, ma capisco che chi non mi conosce e/o non mi segue sui social durante i viaggi potrebbe avere difficoltà a non perdersi nei miei fiumi di parole.
Dopo 3 on the road, tutti in autunno e tutti meravigliosi, ho quindi deciso di fare un piccolo “riassunto” degli itinerari che abbiamo seguito finora.
Itinerari che, sebbene abbiano toccato zone diverse, hanno alcuni punti rigorosamente in comune: prevedono il noleggio di un auto; sono fattibili in 4-5 giorni; sono stati pensati per soddisfare gli interessi di tutto il nostro piccolo gruppo, quindi comprendono luoghi iconici, ma anche distillerie e location di serie tv.
Permettetemi una piccola, ma doverosa, premessa: non dovete per forza essere degli amanti del whisky per dedicare un paio d’ore al tour di una distilleria; la sua produzione è profondamente radicata nella tradizione scozzese, è parte della storia e della cultura del paese da secoli. Lasciatevi trasportare dalla devozione con cui ne parlano.
1° itinerario: da Edimburgo a St. Andrews, attraverso 6 regioni
Il termine regione, così come lo intendiamo in Italia, all’estero perde un po’ il senso, Scozia inclusa.
Le dimensioni dei territori sottoposti a varie amministrazioni variano enormemente, tanto che quelli Edimburgo, Glasgow ed Aberdeen includono ad esempio la città e poco altro. Quindi, se è vero che in 4 giorni scarsi siamo riusciti a toccare 6 regioni, è altrettanto vero che i chilometri percorsi sono stati relativamente pochi. Un banco di prova per vedere come affrontare un paese nuovo con un auto per la prima volta a noleggio, e guidando “dalla parte sbagliata”. Un itinerario facile, senza strade single tracks, passing points e greggi di pecore a bloccare il traffico. Bè, non così spesso almeno…
Dettagli del viaggio
Arrivo: 28 ottobre, primo pomeriggio
Partenza: 1 novembre, primissimo pomeriggio
Tappe: 28 ottobre -> Falkirk (Kelpies e ruota idraulica), Edimburgo
29 ottobre -> Edimburgo
30 ottobre -> National Wallace Monument (Stirling), castello di Doune, distilleria di Aberfeldy
31 ottobre -> Fetterncairn, distilleria Glencadam (Brechin), St. Andrews, Falkland
01 novembre -> Castello di Blackness
Chilometri percorsi: 478 km
1° e 2° giorno: Falkirk & Edimburgo
Il nostro primo viaggio on the road in Scozia, probabilmente come il vostro, inizia dall’aeroporto di Edimburgo.
Il buio in autunno cala spesso, per cui per approfittare al meglio della poca luce rimasta un’opzione validissima è il dirigersi verso ovest fino a raggiungere Falkirk, distante appena una trentina di chilometri. Ad attendervi, non monumenti storici centenari, bensì due opere datate 2002 e 2013: la ruota idraulica (Falkirk wheel) ed i Kelpies, all’Helix Park. La ruota da ottobre a marzo chiude già alle 16, ma è molto suggestivo anche solo ammirare l’eccezionale opera ingegneristica, senza navigarla. I Kelpies, due enormi teste di cavallo fatte di metallo intrecciato, sono estremamente affascinanti sotto ogni veste, unici sia di giorno che di notte.
Edimburgo merita, altroché, più di un giorno di visita, ma la vicinanza con l’aeroporto ed il suo essere lo scalo più comune dall’Italia permettono di dedicargli del tempo durante ogni viaggio. Come primo contatto, visto il poco tempo a disposizione, è un’esperienza quasi mistica anche il solo vagare per i suoi vicoli e le sue colline senza una meta precisa. Godere dei suoi scorci surreali. Ammirare il tramonto dalla cima di Arthur’s Seat o Calton Hill. E concludere in bellezza con una bella cena a base di haggis e whisky.
3° giorno: Stirling, Doune & Aberfeldy
Anche Stirling merita una giornata tutta per sé, ma vista la necessità di proseguire verso nord, un’idea è limitarsi a visitare la torre eretta in memoria di uno dei più grandi eroi nazionali scozzesi. Sto parlando di Braveheart, chi altro… il celeberrimo Sir William Wallace. Il National Wallace Monument si trova su una collina a nord della città ed è davvero suggestivo, oltre ad offrire una vista privilegiata sull’antico castello reale.
A pochi chilometri di distanza, uno dei castelli più famosi di Scozia, non tanto per una posizione suggestiva (come possono essere Dunnottar o Eilean Donan), ma per essere stato scelto come set di tantissimi film e serie TV. Il Trono di Spade, Outlander, Monty Python, Ivanhoe, the Outlaw King sono solo alcune delle rappresentazioni che hanno visto il Doune Castle come location.
Per raggiungere la distilleria di Aberfeldy si “sconfina” nel Perthshire. Qui viene prodotto l’omonimo single malt insieme al blend più bevuto negli Stati Uniti, Dewar’s. La visita base ha la durata di un’ora, e per quanto possa essere interessante, la consiglierei a chi vuole avvicinarsi per la prima volta a questo mondo, ma senza esserne particolarmente affascinato. Distilleria bella, ma molto turistica.
4° e 5° giorno: Brechin, St. Andrews, Falkland & Blackness
Di tutt’altra pasta è la distilleria di Brechin, nell’Angus. Glencadam è tra le più piccole e meno conosciute di Scozia, eppure la qualità dei prodotti e l’approccio coi visitatori sono di altro livello. Senza dubbio uno dei whisky tour più interessanti che si possano fare, e poco importano le dimensioni relativamente piccole o lo stabile non proprio fotogenico.
Tornando verso sud, in direzione Edimburgo, ed attraversando il Fife, non si può lasciare indietro la patria del golf, St. Andrews. In realtà sono molteplici le ragioni per cui l’incantevole cittadina sul mare è famosa: lo sport di certo, l’università senza dubbio, ma anche i resti della cattedrale e del castello. L’unico grosso problema è che l’ultimo ingresso nei mesi freddi è davvero presto (ore 15.15), quindi occorre pianificare tutto in anticipo per non rimanere fregati (com’è successo a me).
Rimanendo nel Fife, la piccola cittadina di Falkland è di recente diventata meta di pellegrinaggio per i fan di Outlander; la piazzetta con la fontana non è di certo l’unica attrattiva, visto che il famoso omonimo palazzo ha ospitato nientemeno che Maria Stuarda. Peccato rimanga chiuso da novembre a febbraio.
L’ultimo stop prima di lasciare la Scozia è un altro castello, adagiato su un lembo di terra nel Firth of Forth e con una vista privilegiata sui 3 Forth Bridges: il Blackness Castle. Grazie alla sua posizione suggestiva ed alle sue fattezze, che gli hanno fatto guadagnare il soprannome de “la nave che non è mai salpata” (the ship that never sailed), è stato anch’esso set per moltissime produzioni del piccolo e grande schermo: Outlander (di nuovo), the Outlaw King (di nuovo), l’Amleto di Zeffirelli, Maria Regina di Scozia e tanti altri.
2° itinerario: Aberdeenshire, Moray e finalmente Highlands
Un altro itinerario molto stimolante (e piuttosto semplice) è quello che si snoda attraverso Aberdeenshire e Moray, fino a raggiungere la capitale delle Highlands ed uno dei laghi più conosciuti al mondo: Loch Ness. Per le ragioni di cui sopra, noi abbiamo optato per il percorso interno, ma una validissima opzione (che però richiederebbe più tempo) può essere quella di raggiungere Inverness dalla costa.
Crovie, Pennan, Banff, Cullen, Nairn sono i villaggi più famosi, ma c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Sempre che non preferiate una delle decine di distillerie della regione dello Speyside, o la fabbrica di biscotti più famosa di Scozia!
Dettagli del viaggio
Arrivo: 1 novembre, primo pomeriggio
Partenza: 5 novembre, pomeriggio
Tappe: 1 novembre -> Castello di Dunnottar, Aberdeen
2 novembre -> Aberdeen ed Aberlour (distilleria e fabbrica Walkers)
3 novembre -> Lossiemouth, distilleria Benromach, Clava Cairns, campo di battaglia di Culloden
4 novembre-> Inverness, Loch Ness, castello di Urquhart, Queen’s View
5 novembre -> Edimburgo
Chilometri percorsi: 731 km
1° e 2° giorno: Dunnottar, Aberdeen, Aberlour
Edimburgo rimane il punto di arrivo quasi inamovibile.
Stiamo parlando di on the road autunnali, ed i voli diretti dall’Italia verso Glasgow sono concentrati in primavera ed estate; per le altre città non ne parliamo, si raggiungono solo con voli interni, o da Londra e pochi altri scali eletti. Il che significa che per raggiungere Aberdeen l’opzione più semplice è l’auto.
Nel nostro caso, arrivando nel pomeriggio, l’iconico castello di Dunnottar l’abbiamo raggiunto a tramonto inoltrato, senza possibilità di visitarne gli interni o i dintorni. Peccato, perché la passeggiata da Stonehaven al piccolo promontorio è uno dei must della zona. Nonostante tutto, lo scenario è da sogno e vale la pena raggiungere le rovine a picco sul mare anche solo per una breve occhiata.
Aberdeen, la città di granito, è molto diversa dalla capitale e mostra il lato forse più autentico della Scozia. Quello che non si trova su Instagram, quello che spesso non è nemmeno preso in considerazione perché non offre scorci da cartolina. Almeno, non nel senso classico del termine. Da non perdere il Footdee, la zona in corrispondenza del porto nonché la più scenografica della città. Sembra quasi di essere in un piccolo villaggio, e non a pochi metri dallo scalo marittimo più grande di Scosia.
Nel percorso verso ovest, uno stop quasi obbligato è quello ad Aberlour. Per molte ragioni in realtà.
Il villaggio è piccolissimo, ma è attraversato dal fiume Spey, che dà il nome (e spesso la riserva d’acqua) a tutte le distillerie di un’area in realtà abbastanza vasta. Lo scenografico ponte in metallo che lo attraversa venne finanziato dal fondatore della distilleria locale ed omonima, che offre un’ottima gamma di whisky ed una visita guidata molto interessante. A poche centinaia di metri si trova un’altra eccellenza della gastronomia scozzese nel mondo, la fabbrica dei biscotti Walkers. Pacchi su pacchi di shortbread a prezzi super vantaggiosi!
3° giorno: Lossiemouth, Forres, Clava Cairns & Culloden
Per evitare di non toccare completamente la costa, Lossiemouth è la scelta ideale.
Si raggiunge facilmente da Elgin (altro villaggio che vale la pena visitare) ed è perfetto per un po’ di relax.
Basta sedersi su una delle molteplici panchine in riva al mare o fare una passeggiata sulla striscia di sabbia che si estende a perdita d’occhio in corrispondenza della East Beach. Marea permettendo! Raramente mi sono sentita più in pace col mondo che sulle spiagge di Lossiemouth.
Prima di affrontare il “magico” e lo storico, un’altra ottima scelta è la piccola distilleria Benromach a Forres, perfetta per coloro che cercano un’esperienza autentica. Forse non al pari di Glencadam, ma quasi.
Magico e storico dicevo. Il primo non può essere che rappresentato dalle pietre di Clava Cairns, sito incredibile e liberamente accessibile. In autunno assume ancora più fascino, sembra quasi di percepire la ragione per cui 4000 anni fa qui furono eretti i cairns, monumenti tombali circondati da cerchi di pietre.
Altro sito liberamente accessibile (ad eccezione del museo), il campo di Culloden rappresenta una delle battaglie più cruente delle guerre giacobite. Anzi, quella che di fatto ha sancito la fine dell’organizzazione societaria in clan. Il sangue inglese e soprattutto scozzese versato sull’enorme distesa di battaglia sembra in qualche modo ancora scorrere sotto i piedi, e col tipico meteo autunnale questo aspetto è quasi enfatizzato. Due tappe imperdibili.
4° e 5° giorno: Inverness, Loch Ness, Pitlochry & Edimburgo
Inverness, la capitale delle Highlands, è anch’essa ricca di grande fascino, almeno in alcune zone.
Il castello, il lungofiume, la cattedrale, il mercato vittoriano coperto (non per i negozi, ma per l’architettura) sono i punti davvero degni di nota, mentre la centralissima High Street, commercialissima e banale, rovina un po’ l’atmosfera.
Se la città è una delle tappe obbligate, lo stesso vale per il celeberrimo lago di Loch Ness. Lo specchio d’acqua è sicuramente notevole, almeno per dimensioni, ma ciò che lo rende unico (oltre Nessie, sia chiaro) sono i resti del castello di Urquhart. La vera ragione per fermarsi in una zona alquanto inflazionata.
Queen’s View e Pitlochry sono invece l’accoppiata vincente per un ultimo stop prima di tornare verso Edimburgo.
La vista su Loch Tummel è incredibile, poco importa se il sole sia alto o stia calando il tramonto. Pitlochry, con i suoi negozietti e cafè, è una delle perle della zona, ed una passeggiata per il piccolo villaggio è un must.
Il viaggio non può che concludersi con Edimburgo, almeno per qualche ora. Certo, sempre che non sia la vostra primissima volta in città. In caso contrario, un’idea da prendere in considerazione è la scoperta della zona di Stockbridge, con la famosa (ed instagrammatissima) Circus Lane ed il sentiero che costeggia il Water of Leith. Inutile dirlo, non fermatevi prima di raggiungere il pittoresto Dean Village.
3° itinerario: dalle montagne al mare, al ritmo di single tracks
Scozia fa rima con scenari da togliere il fiato, ma anche con isole.
Se siete particolarmente avventurosi, o già pratici con la guida a sinistra e strade ad una sola corsia, questo è il percorso adatto. Spesso semplice, ma con delle zone molto insidiose, specialmente con condizioni meteo non proprio ideali.
Non importa quanto sia turistica, la zona di Glencoe è uno dei luoghi più belli sulla faccia della terra. Ma potrei dire lo stesso di Mull, isola piccola ma non troppo e che richiederebbe più dei 2 giorni che siamo riusciti a dedicarle. Senza contare che il servizio traghetti è perfetto e tutto sommato economico, anche se si sceglie di fare la traversata in compagnia dell’auto.
Dettagli del viaggio
Arrivo: 31 ottobre, notte
Partenza: 5 novembre, pomeriggio
Tappe: 1 novembre -> South Queensferry, castello di Midhope, distilleria di Deanston
2 novembre -> Glencoe & Highlands, Castle Stalker, Oban
3/4 novembre -> Isola di Mull e distilleria di Tobermory
5 novembre -> Killin, Edimburgo
Chilometri percorsi: 652 km
1° giorno: South Queensferry, Midhope & Deanston
South Queensferry è un pittoresco villaggio all’estremità sud dei 3 Forth Bridges, di cui uno, quello ferroviario, patrimonio UNESCO. La loro presenza non è affatto di disturbo, quanto piuttosto di arricchimento. Si completano l’uno con l’altro.
La distanza dall’aeroporto di Edimburgo è irrisoria, e ne fa il luogo perfetto per rimanere vicino alla città godendosi la tipica tranquillità di un paesino sul mare.
Nella stessa zona, tra campi e greggi, si trova una proprietà da sempre piuttosto famosa, la Hopetoun House, alla quale appartiene il piccolo castello di Midhope. Piuttosto malmesso, è diventato celebre grazie alla serie TV Outlander, ed è forse l’unica ragione per visitarlo. Alternativa ben più interessante per molti è la tenuta stessa o il palazzo di Linlithgow, luogo natale di Maria Stuarda.
A metà strada tra la capitale e la zona di Glencoe, a poche centinaia di metri dal castello di Doune, si trova la distilleria Deanston, facilmente riconoscibile dal suo stabilimento dalla forma piuttosto inusuale. In passato era infatti una fabbrica di cotone, trasformata poi in seguito alla bancarotta e la relativa chiusura dell’attività.
2° giorno: Glencoe, Castle Stalker & Oban
Il secondo giorno in terra scozzese di questo itinerario vede entrare prepotentemente i grandi classici.
Perché, diciamocelo, quando si pensa alla Scozia si pensa alle immense vallate di Glencoe. Sicuramente la primavera ed un verde intenso sono forse il vestito che più gli si addice, ma vi assicuro che anche in autunno sono qualcosa di indescrivibile. Con le cime già innevate, le Three Sisters ti attirano a sè, così come ogni altra collina che si incontra durante il percorso. Perché sarebbe troppo riduttivo fermarsi soltanto a Glencoe. Il tratto che va da Bridge of Orchy fino al visitor center è un susseguirsi di punti panoramici, perfetti per coloro che non hanno tempo e/o voglia di fare un po’ di sano trekking.
Proseguendo verso Oban, impossibile non notare le affascinanti rovine di un castello su un’isoletta in mezzo al mare, ma non troppo lontana dalla costa. Sono i resti di Castle Stalker, e risalgono al XIV secolo. Purtroppo è possibile raggiungerlo con imbarcazioni (private) soltanto durante la bella stagione, anche se la sua figura la fa pure da lontano.
E poi c’è Oban, appunto. Uno dei villaggi più pittoreschi di Scozia, con la sua distilleria e il mini colosseo, ma impietosamente ultra-turistico anche a novembre. Forse sarei riuscita ad apprezzarlo di più con più tempo a disposizione, magari a voi fa l’effetto opposto. Dal suo porticciolo partono traghetti in direzione di Mull, l’isola più vicina, ma anche di Barra e South Uist, le Ebridi esterne.
3° e 4° giorno: isola di Mull
Su Mull abbiamo sperimentato il vero meteo scozzese autunnale. Rischio da mettere in preventivo, se si opta per una partenza ad ottobre/novembre. Dopo una traversata tutt’altro che piacevole, la prima giornata l’abbiamo parzialmente buttata al vento proprio a causa di forti piogge ed un vento assassino. Giornata che ci avrebbe visto nella parte sud (unica che siamo riusciti a fare) ed ovest dell’isola, con una piccola traversata fino a raggiungere la minuscola Iona. Ed è il piano che vi consiglio assolutamente di seguire, almeno in condizioni normali. In certe situazioni, anche la guida diventa quasi estrema, quindi attenzione!
Il secondo giorno può essere invece dedicato alla parte nord, focalizzandosi in particolare sulle cascate e sulla Calgary Bay, per poi arrivare a Tobermory, ovvero l’unico vero villaggio dell’isola. La scelta della direzione da seguire, salendo ad ovest e scendendo ad est, è stata dettata da un suggerimento della proprietaria del cottage nel quale abbiamo dormito, quindi vi consiglio di seguirlo. Mull è un susseguirsi di panorami surreali, enormi scogliere a picco sul mare, corsi d’acqua, e la sua “capitale” è proprio la ciliegina sulla torta. La schiera di casette coloratissime sul porticciolo sono ormai un’immagine iconica, e la locale distilleria è l’espressione perfetta di tutte le caratteristiche naturali dell’isola.
5° giorno: Killin & Edimburgo
Killin è forse la sorpresa più grande che ci ha regalato la Scozia, insieme a Lossiemouth.
Perché i luoghi più famosi te lo aspetti che ti lascino a bocca aperta, al contrario dei villaggi dove capiti per caso, giusto perché gli hotel sono più convenienti. Dall’altra parte, la posizione a ridosso del Loch Lomond and Trossachs National Park, a breve distanza dal Loch Tay, qualche “campanello d’allarme” avrebbero dovuto farlo suonare…
Le Falls of Dochart, il cimitero del clan Mcnabb e un cerchio di pietre purtroppo irraggiungibile sono i 3 elementi che non possono lasciare indifferenti. Se poi a questo si aggiunge una passeggiata in mezzo ad un bosco dorato, il quadro è completo.
Si può scegliere se passare le ore rimaste vagando nell’incredibile zona dei laghi, oppure tornare verso Edimburgo e dedicarsi alle sue aree meno centrali. La Liberton Kirk, che personalmente ho conosciuto grazie ad Instagram, in autunno si tinge di rosso grazie alle piante rampicanti che la coprono da capo a piedi, ed è davvero magica. Il castello di Craigmillar, un misto tra il romantico ed il nostalgico, offre una visuale diversa e decisamente unica sul centro della città, oltre ad avere un gattone come “custode”.
Scozia on the road in autunno: i pro
È innegabile che la Scozia in autunno sia magica, indescrivibile. Mi ritrovo spesso ad aprire i centinaia di scatti che custodisco gelosamente sul PC e sognare ad occhi aperti, pensando ai viaggi passati ed organizzando mentalmente quelli futuri. Tanto che ho deciso pure di stamparmeli in un fotolibro quelli più belli, così da poterli stringere tra le mie mani in qualsiasi momento. Perché, credetemi, quando la nostalgia arriva, non si scrolla più di dosso.
Altro che mal d’Africa, il mal di Scozia non è da meno.
Ed il fotolibro che ho stampato grazie a Print24 non avrebbe potuto rendermi più felice, qualità altissima e consegna ultra-rapida!
Quindi, che i panorami autunnali siano da sogno è appurato. Il foliage di cui tanto si parla è un tripudio in Scozia.
Non da meno, i turisti in giro sono pochissimi, tanto che in certi luoghi non ne incontrerete nemmeno uno. Non è il caso di Edimburgo, o Glencoe, o meno che mai Loch Ness, ma avere un’isola come Mull tutta per voi ha un suo perché! E, non da poco, non dovrete “condividere” le single tracks con nessuno, se non con qualche abitante del luogo. Un vantaggio non da poco!
Scozia on the road in autunno: i contro
Contro – Al solito, non è tutto oro quello che luccica.
Il problema più assilante il calare del buio, intorno alle 17 a fine ottobre, le 16.15 a fine novembre. Le giornate sono molto corte. Come diretta conseguenza, i musei o i punti di interesse in generale chiudono anch’essi molto presto. Ho fatto l’esempio di St. Andrews, ma è quasi ovunque lo stesso. Idem per i pub o i ristoranti fuori dalle grandi città o dalle aree più turistiche, le cui cucine servono cibo fino alle 19.30 MASSIMO.
C’è anche da tener conto che eventuali escursioni, specialmente in mare, ad ottobre vengono interrotte per riprendere a primavera, o la frequenza con cui vengono fatte è molto più bassa.
Non entro in argomento meteo perché in realtà, tranne la tempesta (di appena una giornata) del 2018, abbiamo sempre trovato un meraviglioso sole. Il tempo è davvero molto instabile in qualsiasi stagione, ci si può solo affidare alla fortuna. Preparatevi all’evenienza che una certa gita salti a causa maltempo, o che non possiate raggiungere un punto perché si sono creati dei fiumiciattoli naturali per la troppa pioggia.
Gli scozzesi mettono sempre in guardia dal fatto che spesso ci sono “four seasons in one day“, per cui l’abbigliamento adatto è fondamentale a novembre come ad agosto. Ed anche un certo spirito di adattamento.
Vorrei chiudere con un ultimo consiglio, anche se forse il mio punto di vista è ben chiaro.
Ok le giornate corte, ok il tutto chiuso ad orari improponibili, ok il rischiare di rimanere digiuni.
MA. C’è un enorme ma.
La Scozia in autunno è pace, è silenzio, è colore, è meraviglia, è rugiada, è cime spruzzate di neve. È un tappeto infinito di foglie di ogni sfumatura di marrone, giallo ed arancio, un tappeto sul quale vorresti rotolarti senza alzarti più, per il semplice gusto di sentire questa terra così unica sulla pelle.
La guardo con gli occhi dell’amore e probabilmente non sono obiettiva? Ci sta.
Però prenotate un volo, noleggiate una macchina e vagate. Mi direte se non ho ragione.
Anch’io ogni tanto sento l’esigenza “di andare al sodo” perché, se fosse per me, scriverei solo diari di viaggio lasciandomi andare a sensazioni, emozioni e ricordi personali. Però è giusto che il blog sia anche informazione (forse) quindi adoro post come questo che in qualche modo vanno a fare ordine. Io amo la Scozia, non vedo l’ora di tornarci e penso mi segneró questi itinerari perché ci sono troppe cose che non ho visto o che ricordo a mala pena. Ti abbraccio Celeste, ciao ciao!
Esatto Alessia, che poi è il motivo principale per cui è nato il blog no? Condividere emozioni e sensazioni, prima per noi stesse e poi per gli altri.
Però ormai le nostre paginette si sono evolute, quindi è giusto completarle anche con altre informazioni. E sulla Scozia potrei darne all’infinito <3 ti auguro di tornarci presto e vederne il più possibile! Un abbraccio forte!!