Holašovice è un esempio eccezionalmente completo e ben conservato di un tradizionale villaggio dell’Europa centrale. Contiene un gran numero di edifici vernacolari di grande qualità del XVIII e XIX secolo, in uno stile conosciuto come “Barocco popolare della Boemia del sud”, disposti secondo una sistemazione risalente al medioevo.
Sta tutta in queste poche righe la motivazione primaria che ha spinto l’UNESCO ad inserire proprio il piccolo villaggio di Holašovice tra i siti patrimonio dell’umanità nel 1998. Perché di agglomerati simili, girando in auto per la Boemia meridionale ed in particolare negli immediati dintorni di České Budějovice, se ne trovano in abbondanza. Tutti di grande fascino, certo, ma nemmeno lontanamente conservati come è successo appunto ad Holašovice. Che alle spalle ha una storia davvero particolare.
La storia di Holašovice in breve
Holašovice viene menzionata per la prima volta in un documento redatto da re Venceslao II nel 1292, quando il villaggio viene donato al monastero cistercense di Vyšší Brod. La sua fondazione risale a poche decine di anni prima, con conformazione tipicamente medievale: attorno ad una piazza di dimensioni quasi standard per l’epoca, 210x70m, sorgono 23 fattorie. Numero questo che è rimasto, incredibilmente, invariato in quasi 800 anni di storia.
I monaci controllano Holašovice fino alla fine del periodo feudale, ovvero il 1850 circa. Assistono quindi all’epidemia di peste, che tra il 1520 ed il 1525 risparmia due soli abitanti; provvedono anche al suo ripopolamento, portando in Boemia coloni di lingua tedesca. A partire dal 1530, il nome cambia ufficiosamente in Holaschowitz prima e Hollschowitz poi.
La germanizzazione continua senza sosta nei secoli successivi, tanto che all’inizio della I° guerra mondiale i 163 abitanti parlano solo tedesco. Quasi inevitabile è l’annessione alla Germania nazista, dominio che si protrae dal 1938 al 1945. Con la fine della II° guerra mondiale, e la conseguente espulsione di massa della popolazione tedesca dai territori della Cecoslovacchia, Holašovice si svuota, diventando di fatto un villaggio fantasma.
Le splendide fattorie, 23 in tutto, si svuotano; i frontoni decorati in stile “barocco rurale”, con colori vivaci e disegni ricercati, vengono abbandonati a se stessi. Il colpo di grazia lo si ha in epoca comunista, quando i rari tentativi di ripopolamento di coloni cechi non vanno mai realmente a buon fine. Almeno fino al 1990, l’anno della rinascita.
È in concomitanza con la caduta del giogo russo che Holašovice rifiorisce.
Iniziano massicce opere di recupero e di restauro, seguite dalla ricostruzione delle antiche botteghe, su tutte quella del fabbro. Chi arriva decide finalmente di restare, tanto che la popolazione raggiunge presto i 130 abitanti. Da qui all’iscrizione alla lista dei siti patrimonio UNESCO il passo è breve. Holašovice diventa l’ottavo sito della Repubblica Ceca ad entrare a farne parte, per un totale di 14 fino ad oggi.
Holašovice e le sue fattorie in stile barocco rurale
Le fattorie che abbiamo la fortuna di ammirare oggi sono un prodotto dell’era post-feudale.
È infatti nella seconda metà del XIX secolo che i contadini, finalmente liberi dal giogo del vassallaggio, riversano la propria fantasia sulle abitazioni. Le ristrutturazioni vanno di pari passo con un’attenzione quasi maniacale ai frontoni, che da sobri e spogli diventano un’esplosione di colori. Le decorazioni sono studiate fin nei minimi dettagli, e se l’anno di fondazione è un elemento quasi obbligatorio, il resto è a discrezione di ognuno. Finestre, tetti, porte, portoni… niente viene “risparmiato”.
Il barocco rurale, o barocco popolare tipico di quest’area della Boemia del sud, regna incontrastato.
Questa piccola grande rivoluzione non coinvolge il numero degli edifici che si affacciano sulla piazza, così come la loro disposizione. Appare, quello sì, la piccola cappella dedicata a San Giovanni Nepomuceno (1755), al centro di quello che oggi è un ampio spazio verde.
Paradossalmente, è l’abbandono seguito alla II° guerra mondiale ad aver preservato Holašovice. Un villaggio lasciato in fretta e furia dai tedeschi e di cui poco importa ai cechi arrivati durante l’era comunista. Si limitano ai lavori di manutenzione più pressanti loro, senza nemmeno sognarsi di modificare, o fare aggiunte, agli edifici esistenti.
Il non interesse si è rivelato la sua “salvezza”.
Holašovice oggi: perché è una tappa imperdibile
Dietro i frontoni delle 23 fattorie si nascondono ben 120 edifici, tra cui fienili, granai, stalle, recinti vari, cortili interni. E sì, per la maggior parte servono ancora il loro scopo originario. Proprio per questo sarebbe sbagliatissimo pensare ad Holašovice come un museo a cielo aperto.
L’impatto è molto particolare, quasi “strano”, perché se da una parte sembra davvero di trovarsi in un villaggio dove il tempo si è fermato, dall’altra le persone ci vivono e lavorano proprio come se fosse un paesello qualunque, non un sito UNESCO. Ci sono un paio di “ristoranti”, la bottega del fabbro e quella della ceramica, ed al n. 6 un bel museo che spiega, attraverso una ricca collezione di oggetti, la vita dei contadini agli inizi del XX secolo.
Di fronte ai poderi spesso sono parcheggiate le auto dei residenti (un piccolo colpo al cuore per me che speravo di scattare qualche foto “pulita”) e le biciclette dei turisti, al 90% cechi, che arrivano regolarmente ma mai in gran numero. Noi siamo andati in pieno agosto ed era tutto sommato tranquillo.
L’antica piazza medievale ospita, oltre alla chiesetta di San Giovanni Nepomuceno ed una croce eretta meno di un secolo fa, un antico coloniale trasformato in cukrárna (sorta di pasticceria/panificio) dove è possibile acquistare i tipici koláč della Boemia del sud ricoperti di semi di papavero. Il piccolo laghetto sul quale, nelle giornate più limpide, si rispecchiano alberi e frontoni, completa il quadro.
Ciliegina sulla torta, la vicinanza di Holašovice ad altri luoghi iconici di questa zona meravigliosa. Su tutti Český Krumlov, città gioiello parte del patrimonio UNESCO, il famoso castello di Hluboká nad Vltavou e la capitale della regione, České Budějovice. Un viaggio in auto nella Boemia del Sud non lo si dimentica tanto facilmente!
Holašovice, come arrivare e dove parcheggiare
Holašovice si trova in una zona facile da raggiungere e vicina alle principali strade che dall’Italia portano a Praga. České Budějovice dista appena 17km, Český Krumlov 24km. L’ideale sarebbe quindi raggiungere il villaggio in macchina, altrimenti si può facilmente arrivare a České Budějovice dalla capitale per poi proseguire con un bus diretto fino alla fermata Jankov-Holašovice. Attenzione però: siamo in aperta campagna ed i mezzi passano piuttosto raramente, non più di 3/4 volte il giorno.
C’è un solo parcheggio degno di tale nome, che è anche piuttosto piccolo. Niente paura, difficilmente avrete problemi a trovare uno spazio per la vostra auto. Altro bonus, è gratuito e senza limiti di tempo. Come punto di riferimento, potete seguire le indicazioni verso Holašovické Stonehenge, uno spazio creato di recente da un facoltoso abitante della zona.
Holašovické Stonehenge, il cerchio di pietre di Holašovice
Come se il titolo di cittadina UNESCO non fosse abbastanza, Holašovice ha deciso che non vuole proprio farsi mancare niente. O meglio, il signor Václav Jílek l’ha deciso per lei.
Su di una collina di fianco al piccolo centro, un costruttore locale ha infatti messo sù un parco, oggi a pagamento, il cui punto forte è un cerchio di pietre in perfetto stile celtico. Conoscete la mia passione per tutto ciò che ha a che fare con la Scozia, quindi non ho proprio resistito ed ho pagato le 35Kč d’ingresso, ignorando le proteste di Pavel. Che forse aveva ragione…
Devo ammettere che il cerchio in sè, benchè inaugurato nel 2011 e costruito da pietre prese entro un raggio di 15km dal villaggio, ha un certo fascino. Pare che i megaliti sprigionino pure una certa energia, ma su questo ho qualche dubbio… di certo la potenziale magia del luogo è completamente rovinata dalle statue di Krtek ed amici sparse un po’ ovunque, insieme ad altre in legno di vichinghi ed animali mitologici a caso.
Per chi non lo conoscesse, Krtek è l’amatissima talpa protagonista di cartoni animati per bambini nata nel 1956 dal geniale Zdeněk Miler e che, con i suoi gadget, tappezza negozi di souvenir e giocattoli di tutta Praga.
Le 25 pietre che formano il cerchio non sono le uniche, ce ne sono altre sparse all’interno del parco, tra cui un menhir.
Di certo non è stato semplice creare questo angolo “magico” in Repubblica Ceca, e lo sforzo è comunque apprezzabile… ma quando sento parlare di benefici per malattie psicologiche o sviluppo spirituale, mi si accappona la pelle.
Insomma, Holašovice è sempre stato e sempre sarà il meraviglioso villaggio con le fattorie ed i frontoni da favola. Il resto, per quanto possa risultare particolare, unico quasi, è fuffa.
Siamo d’accordo con te, Celeste: questi luoghi dovrebbero essere preservati con cura, non arricchiti con dubbie costruzioni che poco hanno a che fare con la loro storia secolare. Fuffa, ma tutto il resto ha davvero un fascino incredibile!
Il centro è preservato con molta cura, e pur essendo vicinissimo il “parco divertimenti” riesce ad essere isolato dal resto. Ma attira l’attenzione più del villaggio, cosa che mi disturba e non poco… e poi ripeto, avessero lasciato le pietre e via, senza ingresso, ok… ma così l’hanno trasformato in una pacchianata assurda!